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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2013 alle ore 08:14.

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Perché i cinesi?
Qual è il valore aggiunto di un sito del genere? «Molti analisti – afferma Toppino - sostengono che per numero e capacità di spesa il cinese sia il turista del futuro. E certo eventi come l'Expo daranno ulteriore risalto al turismo in Italia. Vogliamo però far capire che il nostro paese non è solo Milano, Roma, Venezia, Firenze, Pisa o Napoli. Che ci sono posti straordinari ma meno noti al turismo organizzato, agli stessi tour operator. Ci sono realtà, più di nicchia forse, che potrebbero essere mete ideali per i turisti cinesi. Molti di loro ne fanno esplicita richiesta, magari dopo esser già venuti a visitare le principali città». Accorciata la distanza linguistica, l'albergatore o il ristoratore possono allora proporre e promuovere i propri luoghi. Non è solo lusso e shopping quel che luccica.

Come accoglierli (senza pregiudizi)
«Il mercato cinese è gigantesco e brucia ogni previsione, anche se l'Italia sembra non rendersene conto», commenta Giancarlo Dall'Ara, consulente e docente di marketing nel turismo all'Università di Perugia. «Dalla Cina sono partiti 83 milioni di viaggi nel 2012, e per quest'anno si parla di 90 milioni. Nel 2014 o al massimo nel 2015 saranno 100 milioni: una soglia che l'organizzazione mondiale del turismo aveva previsto si raggiungesse nel 2020».

Dall'Ara è anche autore di due libri dedicati al tema: "Come accogliere i turisti cinesi" (2012) e "Il mercato turistico cinese" (2013). «Non viene ben compreso – dice - che ci sono tante tipologie di turisti cinesi. Non solo quelli che visitano di corsa monumenti e panorami e poi corrono a spender tutto nello shopping».

È vero, la maggior parte, diciamo la metà degli attuali turisti, si muove in gruppo e dedica poco tempo alle cose che vede, sballottolata in pullman organizzati tra una destinazione e l'altra. Mordi e fuggi. «Per i viaggi di corsa, "multi-country", che toccano solo le capitali o qualche capoluogo, il Boston consulting group ha rilevato un grado di insoddisfazione pari al 90 per cento. Ma stanno emergendo nuove generazioni di turisti cinesi, più esperte perché sono già state all'estero, che cercano al contrario una vacanza personalizzata o legata a specifiche passioni, come il vino o il golf. L'iniziativa di turisticinesi.it mi sembra perciò ottima».

Per migliorare l'accoglienza, bisogna intanto superare i pregiudizi. «E andare incontro alle esigenze dei cinesi, prevedendo ad esempio depliant e menu tradotti, o un bollitore in ogni camera d'hotel. Con piccole attenzioni stiamo comunque cementando la reputazione di paese accogliente, nonostante la nostra pesante burocrazia sia mal giudicata e i cinesi preferiscano chiedere il visto in Germania o Francia, dove l'iter è più veloce». Il miglioramento – sostiene Dall'Ara - è reciproco. «Da un po' di anni il governo cinese ha avviato una campagna di "educazione" (non sputare, non parlare a voce alta, non saltare le file) che si riflette nel comportamento dei cittadini fuori dai confini. Il recente episodio accaduto a Luxor in Egitto, dove un ragazzino cinese ha sfregiato un bassorilievo, testimonia la grande preoccupazione per l'immagine proiettata all'estero. Sono stati proprio i cinesi a segnalare, rintracciare e punire il colpevole, perché aveva macchiato l'onore di tutti i turisti».

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