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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2013 alle ore 10:07.

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Dove conviene ormeggiare la barca? La mappa dei prezzi nei porti turistici - La top 10 dei porti italiani preferiti dagli stranieri - Foto - Guida alle imposte sulla barca

Non è più tempo di esodo verso la Croazia per barche, velieri e yatch italiani. Le tariffe dei servizi nautici in Italia sono più vantaggiose dei competitor dirimpettai. La Croazia, dopo il suo ingresso nell'Unione Europea, ha aumentato del 20-30% il costo annuale di ormeggio nei suoi porti ma il dato potrebbero essere soggetto ad un ulteriore rincaro dovuto soprattutto alle regole europee di tutela ambientale.

Da un confrontro sui costi di un ormeggio annuale tra il Veneto e la vicina Croazia risulta che: per una barca di 12 metri a Jesolo (Venezia) il prezzo è di 4.682 euro e 7.260 per una di 16 metri contro i rispettivi 5.457 euro e i 7.318 per quelle ormeggiate a Novigrad in Croazia. Leggermente più economiche Ravenna e Opatija. Le tariffe di turismo nautico vacanziero per barche di 12 e 16 metri nel porto di Ravenna equivalgono a 4.400 euro per le prime e 6.250 per le seconde a fronte dei rispettivi 5.044 euro e 9.384 per imbarcazioni ormeggiate a Opatija, in Croazia.

Per gli appassionati di barche che arrivano a 20 metri il tariffario risulta un pò più disomogeneo. A Jesolo i prezzi rimangono più alti rispetto a Novigrad mentre tornano favorevoli a Ravenna per un importo pari a 8.800 euro l'anno contro i 14.181 di Opatija. Ad Ancona, però, torna il risparmio per una 20 metri con un costo annuo di 10.236 euro che sfavorisce il porto croato di Zadar dove i prezzi salgono a 16. mila per lo stesso tipo di barca. Le tariffe medie degli ormeggi annuali relativi al Mar Tirreno, invece, sono di 7.000 euro per 10 metri di barca, 11.400 per quelle di 12 metri e 15.500 euro per i natanti di 20 metri.

I porti italiani si adeguano alla crisi economica senza produrre lo scollamento con il mercato reale? L'approccio è timido ma esiste. Assomarinas, associazione italiana porti turistici (che solo in Veneto conta 21 darsene associate) ha rilevato nel 2012 una diminuzione di attracchi nei porti dell'Adriatico italiano. L'esodo verso la Croazia era dovuto oltre ai serrati controlli del fisco italiano anche al minor costo; e, circa il 20% del comparto nautico italiano approdava in Croazia. Inoltre, l'Italia risultava gravata dalla tassa di stazionamento poi trasformata in tassa di possesso dal governo Monti. Nel 2012, secondo Assomarinas, su circa 150 mila posti barca italiani sono uscite dall'esercizio 30 mila imbarcazioni o per essere ricoverate o per aver lasciato le coste italiane.

Nel 2013 è previsto un timido rientro del 2-3% delle barche italiane come effetto alla prossima conversione in legge del decreto del fare all'interno del quale si propone l'abolizione della tassa di possesso. Secondo Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas, si valorizza così la qualità dei servizi delle nostre marine senza dubbio superiore a quelle croate.

C'è fiducia anche sull'arrivo dei diportisti stranieri. Il presidente Assomarinas assiste oltre all'ormeggio del bacino storico di francesi, tedeschi e austriaci, da sempre affezionati clienti dei porti italiani, anche alla presenza del turismo nautico vacanziero dei primi russi appassionati alle coste mediterranee. Per questo motivo si punta sempre piu' alla promozione internazionale con presenze costanti nelle Fiere di Dusseldorf e Mosca.

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