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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2013 alle ore 06:41.

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Potrebbe scattare subito la procedura per la decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore. A consentirlo è il Dlgs sull'incandidabilità, approvato alla fine del 2012 e in vigore dal 5 gennaio scorso. L'articolo 3, rubricato «Incandidabilità sopravvenuta nel corso del mandato elettivo parlamentare», prevede infatti che «qualora una causa di incandidabilità (...) sopravvenga o sia accertata nel corso del mandato elettivo, la Camera di appartenenza delibera ai sensi dell'articolo 66 della Costituzione» (in base al quale «ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità»). Quindi è sempre necessario il voto della camera di appartenenza.

Ma quali sono le cause di incandidabilità previste dalle nuove norme? L'articolo 1 prevede che non possano essere candidati e comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni, e dunque anche l'ex premier. Impongono le nuove norme che, in questi casi, le sentenze definitive di condanna di cui all'articolo 1, emesse nei confronti di deputati o senatori in carica, siano «immediatamente comunicate», a cura del Pm alla Camera di appartenenza.

Quanto alle conseguenze sulla libertà personale, trattandosi di condanna a meno di 5 anni, il dispositivo verrà trasmesso a Milano dove l'ufficio esecuzione della procura dovrebbe far partire subito l'ordine di carcerazione, ma, considerato che tre anni di pena sono coperti dall'indulto, l'ordine sarà accompagnato da un decreto che sospende la pena residua (un solo anno) per consentire all'imputato di chiedere misure alternative. Per questo il codice concede 30 giorni, che decorrono dal 16 settembre, quando finirà la sospensione feriale dei termini. Fino al 15 ottobre, dunque, non dovrebbe accadere nulla a meno che i legali di Berlusconi non chiedano subito dopo la ripresa dell'attività l'applicazione di riti alternativi. Nel caso in cui invece il Cavaliere non dovesse chiedere alcun beneficio, potrebbe scattare l'ordine di arresto: ma la procura, come nel caso di Alessandro Sallusti, potrebbe assegnare d'ufficio i domiciliari in base alla legge «svuota carceri».

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