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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2013 alle ore 14:40.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2013 alle ore 13:02.

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È durato un'ora e un quarto l'incontro al Quirinale tra i capigruppo del Pdl di Senato e Camera, Renato Schifani e Renato Brunetta, e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I due capigruppo si sono poi recati a Palazzo Grazioli, presumibilmente per riferire dell'incontro a Silvio Berlusconi, senza fermarsi con i cronisti che li attendevano davanti all'edificio. Presenti nella residenza romana dell'ex premier anche il segretario Alfano, i coordinatori Verdini e Bondi, Maurizio Gasparri e Daniela Santanché. Il faccia a faccia al Colle era stato chiesto dai vertici del Pdl alla luce della sentenza della Cassazione su Mediaset che ha confermato la condanna per Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione.

Attenzione di Napolitano su tutti gli aspetti della questione
In serata fonti del Quirinale hanno reso noto che il presidente esamina con attenzione tutti gli aspetti delle questioni che gli sono state prospettate. Nel primo pomeriggio il Quirinale aveva diffuso una nota con la quale segnalava solo che si era svolto l'incontro con i capigruppo Pdl. Fonti del Colle avevano spiegato che Brunetta e Schifani «hanno illustrato al Presidente della Repubblica le loro valutazioni circa le esigenze da soddisfare per un ulteriore consolidamento dell'evoluzione positiva del quadro politico in Italia e uno sviluppo della stabilità utile all'azione di governo».

Capezzone: garantire piena agibilità politica a Berlusconi
«Chiunque abbia onestà intellettuale, senso democratico e rapporto con il Paese reale - ha dichiarato Daniele Capezzone (Pdl) - deve sentire l'obbligo di garantire piena agibilità politica a Silvio Berlusconi, come leader democraticamente scelto da 10 milioni di italiani e come capo di quello che ancora oggi, secondo tutte le rilevazioni, è il primo partito del Paese».

Le parole di Bondi giudicate «irresponsabili» dal Colle
Senza un riequilibrio tra i poteri dello Stato e il ripristino dell'agibilità politica per Silvio Berlusconi «l'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti»ì, aveva dichiarato Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, a due giorni dalla condanna del Cavaliere per frode fiscale e alla vigilia della manifestazione di solidarietà di via del Plebiscito. Parole giudicate «irresponsabili» dal Colle.

Vendola: siamo alle comiche
Il leader del Sel, Nichi Vendola non vuol sentir parlare della richiesta di agibilità politica per Berlusconi: «Penso che siamo alle comiche».

Civati: no a misure di clemenza
No alla «trattativa» sul caso Berlusconi. Pippo Civati dal suo blog invita a non cedere alla tentazione di accordare una misura di clemenza al leader del Pdl. «Leggo sul web - scrive il deputato candidato alla segreteria del Pd - che il Pdl starebbe cercando la via della trattativa per liberare Berlusconi. C'é chi parla di grazia e chi fa riferimento al modello Sallusti. L'interlocutore a cui affidarsi, secondo questi rumors, sarebbe il presidente della Repubblica, in ragione della stabilità del governo e delle larghe intese. Voglio sperare che sia una illusione (nemmeno tanto pia, per altro) e che non si darà alcuna soddisfazione a questo tipo di richieste».

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