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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2013 alle ore 06:41.

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L'appuntamento è quindi fissato per settembre. Ma i tempi non saranno celeri. E anche qualora la Corte d'appello di Milano dovesse pronunciarsi sul ricalcolo della pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici bisognerà passare dal Parlamento. Stiamo parlando molto probabilmente di mesi e non di settimane. Mesi che potrebbero consentire di aprire quel varco che Berlusconi attende. Ma mesi in cui potrebbero arrivare ulteriori notizie dagli uffici giudiziari (Napoli e Milano in primis). Ed è questa la vera, grande paura di Berlusconi che, qualora dovesse decadere dalla carica di senatore, si vedrebbe privato anche della salvaguardia parlamentare per l'esecuzione delle decisioni giudiziarie. Un timore che potrebbe spingere Berlusconi a far saltare il banco, a provocare la crisi. Ma anche questa strada – come gli hanno spiegato le colombe del partito, a partire da Gianni Letta – rischia di essere ancor più pericolosa perchè in caso di crisi «Napolitano prima di mandarci a votare farebbe un governo per fare la riforma elettorale» e quel governo potrebbe andare anche oltre il suo mandato e occuparsi ad esempio di conflitto d'interessi e concessioni pubbliche.

L'INTERVISTA SUL MATTINO
La formula sull'imputato che «non poteva non sapere»
Il giudice Esposito, nell'intervista pubblicata ieri su Il Mattino, ha detto che non può esistere una sorta di principio che porta all'accusa perché l'imputato «non poteva non sapere». Questo «perché la condanna o l'assoluzione di un imputato avviene strettamente sulla valutazione del fatto-reato, oltre che dall'esame della posizione che l'imputato occupa al momento della commissione del reato o al contributo che offre a determinare il reato. Non poteva non sapere? Potrebbe essere una argomentazione logica, ma non può mai diventare principio alla base di una sentenza»
Il motivo che ha determinato la condanna di Berlusconi
Alla domanda sul motivo che ha portato alla condanna, Esposito spiega: «Potremmo dire: tu venivi portato a conoscenza di quel che succedeva. Non è che tu non potevi non sapere perché eri il capo. Teoricamente, il capo potrebbe non sapere. No, tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva. Tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio o Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. È un po' diverso dal non poteva non sapere».

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