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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2013 alle ore 12:45.

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Il Csm apre il caso Esposito. Il giudice: intervista manipolata - Alta tensione tra Pdl ed Epifani - Il peso delle parole - Audio

Il Csm apre il "caso Esposito". La richiesta dei consiglieri laici di area Pdl di avviare una pratica dopo l'intervista del presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, è stata trasmessa «in via d'urgenza» alla Prima Commissione, competente sui trasferimenti dei magistrati per incompatibilità. Ne dà notizia Palazzo dei Marescialli in una nota, nella quale riferisce che «il vice segretario generale del Csm su disposizione del vice presidente, sentito il comitato di presidenza, ha disposto la trasmissione, in via d'urgenza e salvo ratifica, della pratica a firma dei consiglieri Zanon, Palumbo e Romano alla prima Commissione referente del Consiglio».

Esposito: l'intervista è stata manipolata
Il giudice Antonio Esposito ribadisce «la manipolazione del contenuto dell'intervista» di ieri: per suo «espresso divieto, sicuramente risultante dalla registrazione, dovevano essere escluse del tutto domande relative al merito della decisione». Lo sottolinea in una nota lo stesso magistrato della Suprema Corte dopo le polemiche scatenate dall'intervista rilasciata sulla sentenza del processo Mediaset. Il giudice Esposito, presidente del collegio di Cassazione che ha confermato la sentenza per frode fiscale contro l'ex premier, in quella intervista al Mattino affermava che Berlusconi è stato «condannato perché sapeva».

Frase mai pronunciata
Nella nota del magistrato - diffusa dall'associazione antimafia Antonino Caponnetto, di cui Esposito è presidente onorario - si sottolinea: «"Berlusconi condannato perché sapeva, non perché non poteva non sapere" è una frase mai pronunciata nel corso del colloquio telefonico». E poi si aggiunge nel comunicato: «È agevole constatare come il dottor Esposito non abbia spiegato in alcun modo la sentenza di condanna già pronunziata».

L'audio dell'intervista

Ministro Mauro: Esposito doveva privilegiare il silenzio
«Credo che chi ricopre un ruolo nelle istituzioni, in tante circostanze, debba privilegiare il beneficio del silenzio» lo ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro commentando l'intervista del presidente della sezione feriale della Cassazione Antonio Esposito in merito alla sentenza Mediaset.

Bondi: l'intervista di Esposito è segno di degrado della magistratura
Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, in una nota afferma: «L'ascolto della registrazione
dell'intervista rilasciata dalgiudice Esposito é impressionante. Il tono e il linguaggio, non solo il contenuto, fanno capire più di qualunque altra cosa il degrado in cui é precipitata l'Italia, che non risparmia i più alti vertici della magistratura».

Epifani: meglio il riserbo per chi ha funzioni di giudice
Riguardo alla bufera sul giudice Esposito, il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, in una intervista al Corriere, sottolinea che «è meglio il riserbo per chi ha una funzione di giudice, anche se dall'altra parte sono arrivati attacchi non accettabili».

Vietti: evitare dichiarazioni sui propri processi
Sempre sul Corriere il vicepresidente del Csm Michele Vietti torna sul tema della riforma della giustizia e relega nel Post scriptum un commento alle dichiarazioni del giudice di Cassazione Esposito: «Cosa diversa é valutare l'impatto delle proprie dichiarazioni: se proprio non si possono evitare in generale, occorre evitarle sempre sui propri processi».

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