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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2013 alle ore 08:51.
L'ultima modifica è del 10 agosto 2013 alle ore 09:55.

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Si è aperta la gara per sostituire Ben Bernake, presidente della Fed. Ci si aspetterebbe che la presidenza della seconda istituzione più potente degli Usa, e l'incarico finanziario più influente al mondo, fosse scelta da un conclave di banchieri centrali. In realtà la decisione è in gran parte nelle mani del presidente degli Stati Uniti. Prendiamo in considerazione i due candidati principali: Lawrence Summers, ex segretario del Tesoro, e il vicepresidente della Fed, Janet Yellen. Sia Summers sia Yellen sono brillanti e con ampia esperienza nella pubblica amministrazione. La stampa pare intenta ad analizzare le candidature come fosse una corsa tra personalità contrastanti, in realtà entrambi i candidati sono altamente qualificati.

Inoltre, entrambi sostengono che la Fed non debba avere un peso eccessivo sulla stabilità dei prezzi rispetto alla disoccupazione. Di norma, questo condizionamento conciliante rappresenterebbe un handicap, oggi è un vantaggio.
L'importanza delle competenze tecniche nella politica monetaria è stata dimostrata dal percorso delle banche centrali di tutto il mondo. Secondo una ricerca pubblicata nel 2003 dagli economisti Christina Romer e David Romer, la qualità della politica monetaria dipende dalla comprensione chiara e multisfaccettata delle politiche e dell'inflazione. Gli anni 20, 30 e 70 sono ricchi di esempi di banchieri centrali che non erano in grado di comprendere le nozioni fondamentali e che hanno portato le loro economie a pagarne il prezzo. Ciò significa non solo avere competenze nella fissazione dei tassi di interesse, ma anche nella definizione della politica di regolamentazione. Alcuni hanno criticato la politica di deregolamentazione portata avanti da Summers negli anni 90, quando era al Tesoro con Bill Clinton. Queste critiche hanno sempre trascurato il suo ruolo importante nella lotta contro la crisi del debito e la sua insistenza nell'incoraggiare gli Usa a emettere le obbligazioni indicizzate all'inflazione.

In un contesto politico complesso e in continuo cambiamento, è quasi impossibile non fare errori, ed è invece essenziale imparare dai propri errori. È noto che Winston Churchill si pentì di aver monitorato la catastrofica reintegrazione del Regno Unito allo standard dell'oro nel 1925 quando era cancelliere dello Scacchiere. La sua prestazione migliorò poi notevolmente negli anni successivi.
Per quanto riguarda Yellen, invece, è vero che durante gli ultimi anni della bolla immobiliare ricopriva il ruolo di presidente della Fed di San Francisco; una delle aree che ha risentito in modo particolare della bolla. Ciò nonostante, i suoi discorsi sui rischi finanziari hanno dimostrato lungimiranza.

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