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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2013 alle ore 07:26.

Marina Berlusconi ribadisce il suo no alla candidatura
La figlia di Berlusconi, Marina, ribadisce per l'ennesima volta il suo no alla politica. «Dal momento che ogni mia dichiarazione non è servita finora a fermare le voci su una possibile candidatura, devo ribadire ancora una volta, e nel modo più categorico, che non ho mai preso in considerazione l'ipotesi di impegnarmi in politica», ha ribadito il presidente di Fininvest e Mondadori, Marina Berlusconi.

C'è attesa per le mosse del Cavaliere
«Ma lui come sta? Vi ha detto cosa vuole fare?». Le domande a quei pochi che in questi giorni riescono ad avere contatti con Silvio Berlusconi sono sempre le stesse. C'è attesa per le mosse del Cavaliere. A sentire 'falchi' e 'colombe', chiuso nella sua villa di Arcore l'ex premier in alcuni momenti appare pronto a mollare gli indugi per giocarsi la carta del "verdetto delle elezioni"; in altri il Cavaliere torna a più miti consigli e «confida in Napolitano e Letta per una soluzione».

Il ritorno a Forza Italia gli avrebbe dato fiducia
Forse, l'espressione più giusta è «ondeggiante». Il lancio in grande stile della campagna per il ritorno a Forza Italia gli avrebbe ridato fiducia. «La gente è ancora con me. È un segnale forte», avrebbe confidato. Di certo c'è che Berlusconi vuole essere informato in prima persona dell'evolversi della campagna, vuole capire direttamente se l'operazione sta riuscendo. Sono oltre 1500 i manifesti giganti con le immagini di Berlusconi sul palco di via dell'Umiltà e presto decine di aerei con striscioni pro-Cav voleranno sopra le spiagge di mezza Italia. I 'falchi' sono convinti di aver segnato un punto a loro favore. E lavora a «una grande manifestazione a Milano a settembre».

Le colombe consigliano il Cavaliere: non si lascia andare a gesti improvvidi
Dall'altro lato, invece, le 'colombe'. Sono parlamentari e dirigenti del Pdl che puntano a tenere aperti e saldi i canali di comunicazione con Palazzo Chigi e Colle. Invitano il Cavaliere a non lasciarsi andare a gesti improvvidi. Si tratta di un terreno minato, nel quale non possono esservi né promesse né rassicurazioni, ma i 'pontieri' non demordono.

Le divisioni non portino a una spaccatura
Dopo la prima reazione che ha ricompattato il partito dopo la sentenza della Cassazione, il partito inizia a mostrare qualche evidente segno di divisione al suo interno sul modo migliore di programmare il futuro. Il timore è che questo piccolo solco possa portare ad una spaccatura. Reazioni opposte ha suscitato l'intervista di Pier Ferdinando Casini nella quale il leader dell'Udc parla di «nuove convergenze in nome delle comuni appartenenze europee», ma afferma anche che nel Pdl «alcuni stanno già pensando a come rimettersi in marcia».

C'è chi teme l'offerta di Casini
C'è chi guarda con favore al "ravvedimento" di Casini, ma anche chi teme l'offerta. "Quando sento parlare ancora di alleanze, di formule, di ghirigori della vecchia politica all'insegna del Ppe mi viene la nausea. E quando leggo che c'è Casini, comprendo che c'è sotto qualche tranello", sottolinea Sandro Bondi. Secondo Osvaldo Napoli, invece, «ricostruire un centrodestra ampio da inserire nella grande corrente del popolarismo europeo è un obiettivo prezioso per tutti i moderati e riformisti». Sembra si rileggere le reazioni alle aperte avances di Luca Cordero di Montezemolo, quando nelle scorse settimane invitava Berlusconi a "lavorare alla rifondazione di un'area liberale e moderna di centro destra", assicurando che "molti, fuori e dentro la politica, sarebbero interessati a dare un contributo".

Berlusconi studia gli scenari con attenzione. L'accelerazione verso Forza Italia avrà certamente degli effetti centrifughi nel Pdl ma nel partito non manca chi immagina un progetto di rilancio del centrodestra con una doppia gamba.

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