Lo spettro del '97 sui Paesi emergenti
La prossima fine dell'allentamento Fed, il rallentamento della Cina e gli squilibri esterni fanno cadere Borse e valute
di Gianluca Di Donfrancesco e Riccardo Sorrentino
5. Russia: economia (e riforme) quasi in stallo
Non basta più l'energia. Impianti di Gazprom
A Mosca, la flessione della moneta ha riportato le lancette della memoria indietro di 15 anni, al "lunedì nero" del rublo, quel 17 agosto del 1998 che vide la valuta sprofondare dopo la resa del Governo di Mosca, costretto a dichiarare default dalla più grave crisi finanziaria del Paese. Oggi le condizioni sono molto diverse, ma il calo del 7,8% registrato da inizio anno rispetto al dollaro ha innescato il dibattito tra gli accademici e risvegliato brutti ricordi nella maggior parte dei russi. Tanto più che l'economia e nettamente perso slancio e, secondo quanto ammesso ieri dal Governo, il Pil faticherà non poco a centrare la crescita del 2,5% prevista dal Fondo monetario internazionale. Anzi, secondo le più recenti stime della banca centrale, potrebbe non arrivare nemmeno al 2%. Un passo da «stagnazione», come lo ha definito il viceministro delle Finanze Andrei Klepach. Colpa anche delle mancate riforme, nel secondo trimestre, l'espansione ha rallentato all'1,2%, dall'1,6% del primo, mettendo in fila la sesta frenata consecutiva. Per difendere il rublo, la banca centrale ha già bruciato 9,7 miliardi di dollari di riserve valutarie dal 29 maggio, quando ha intensificato gli sforzi per contrastare il crollo innescato dal discorso di Ben Bernanke della settimana precedente. Non ha però alzato i tassi nella riunione del 6 agosto, come non lo ha fatto nelle dieci precedenti. In fondo, se la svalutazione del rublo resta controllata, può aiutare il sistema economico a riprendere fiato. La Russia, rispetto alla gran parte delle altre economie emergenti, finora ha potuto far affidamento sul notevole vantaggio di non avere un deficit commerciale, ma di poter contare al contrario su conti in attivo. Una posizione di rendita che si sta indebolendo sempre più, tuttavia, e che potrebbe anche sparire: nel secondo trimestre il surplus si è ridotto a meno di un terzo dei 25 miliardi di dollari accumulati nei precedenti tre mesi.
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