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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2013 alle ore 10:22.

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(Afp)(Afp)

Il Pentagono sta attualmente mobilitando le forze armate - le navi sono già pronte per ogni evenienza - nel caso il presidente americano Barack Obama optasse per un intervento militare contro la Siria. Lo ha annunciato nella notte il segretario alla Difesa di Washington, Chuck Hagel.
I responsabili militari americani hanno preparato tutta una serie di "opzioni" per il presidente degli Stati Uniti, nel caso decidesse di attaccare il regime di Damasco: lo ha dichiarato Hagel alla stampa a bordo dell'aereo che lo portava in Malesia, mentre il regime siriano è sospettato di aver utilizzato armi chimiche che hanno provocato un gran numero di vittime.

I consiglieri
Barack Obama ha convocato alla Casa Bianca per il fine settimana i suoi consiglieri per la sicurezza per discutere sulle opzioni americane, inclusa un'azione militare, contro il regime siriano, accusato di aver usato armi chimiche contro i civili. Lo hanno reso noto fonti dell'Amministrazione Usa. Per il presidente americano sarà il primo incontro con i responsabili della politica estera e di difesa da quando mercoledì scorso le forze di Bashar al-Assad avrebbero sferrato un attacco con il gas nervino in un sobborgo di Damasco.

Fonti dell'Amministrazione hanno messo in guardia dall'attendersi che la riunione del weekend produca una decisione finale su un eventuale intervento militare. Agli incontri alla Casa Bianca, però, dovrebbe partecipare anche il generale Martin Dempsey, il capo di Stato maggiore interforze, proprio per illustrare le possibili opzioni militari. Lo stesso Dempsey nei giorni scorso aveva espresso perplessità su un eventuale attacco contro le forze lealiste affermando che i ribelli non appoggiano gli interessi americani.

Armi chimiche
Mentre Barack Obama valuta le opzioni per rispondere al sospetto attacco con armi chimiche in Siria, i suoi collaboratori sulla sicurezza nazionale stanno studiando l'intervento aereo della Nato in Kosovo come possibile "modello" per agire senza un mandato delle Nazioni Unite. Lo riportano vari organi di informazione statunitensi, tra i quali il New York Times. Con la Russia probabilmente ancora intenzionata a mettere il veto su qualunque azione militare proposta al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, l'inquilino della Casa Bianca sembra combattuto sull'ipotesi di "bypassare" il Palazzo di Vetro. Anche se, ha avvertito, per agire in questa direzione servirebbe una robusta coalizione internazionale e un valido appiglio legale.

"Se gli Stati Uniti procedessero e attacchessero un'altra nazione senza un mandato dell'Onu e senza che possano essere presentate prove valide, allora ci sarebbero questioni su un fondamento del diritto internazionale", ha detto Obama ieri alla Cnn, nelle prime dichiarazioni pubbliche sul sospetto attacco con il gas nervino di mercoledì, "Avremmo la coalizione per farlo funzionare?".

Obama ha descritto l'attacco come "un evento chiaramente notevole di grande preoccupazione" e ha ammesso che gli Stati Uniti non hanno molto tempo a disposizione per rispondere. Ma, ha chiarito il presidente degli Stati Uniti, devono essere gli inquirenti delle Nazioni Unite a stabilire se siano state usate armi chimiche.

Il Kosovo è un chiaro precedente per Obama perchè, come in Siria, furono uccisi civili e la Russia aveva legami consolidati con le autorità di governo accusate degli abusi. Nel 1999, il presidente americano dell'epoca - Bill Clinton - utilizzò l'appoggio della Nato e la protezione di una popolazione vulnerabile per giustificare 78 giorni di attacchi aerei.

Spie al lavoro
Il crescente consenso all'interno della comunità internazionale sull'uso di armi chimiche da parte di Damasco si basa sugli elementi raccolti dalle reti di informatori presenti nelle roccaforti dei ribelli siriani, che stanno fornendo campioni di tessuto e prove video alle agenzie di intelligence occidentali e mediorientali. E' quanto hanno riferito al Wall Street Journal funzionari americani, europei e arabi.
Alcune fonti hanno sottolineato come, grazie a tali prove, l'intelligence americana potrebbe arrivare a una conclusione certa su quanto accaduto il 21 agosto scorso nella regione di Damasco nell'arco di pochi giorni.
Stando a quanto precisato dal Wsj, le intelligence di più Paesi, comprese quelle di Stati Uniti, Regno Unito e Francia, raccolgono le prove ognuna attraverso le proprie reti di informatori, per poi comparare i risultati, nel tentativo di arrivare a una conclusione certa usando campioni diversi.

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