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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2013 alle ore 23:20.

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(Ap/Lapresse)(Ap/Lapresse)

Il "sì" del Congresso all'uso della forza contro Assad manderà un importante messaggio anche a Iran e alla Corea del Nord. Lo ha detto il segretario di Stato John Kerry, che ha paragonato il presidente siriano a Hitler e Saddam Hussein in interviste oggi alla Fox e alla Nbc. Secondo campioni di sangue e capelli risultati positivi al sarin sono arrivati in possesso degli Stati Uniti nelle ultime 24 ore. «È un'importantissima novità», ha detto il segretario di stato John Kerry.

Assad: non fermerete la mia lotta al terrorismo
Il presidente siriano Bashar al Assad ha affermato che le minacce degli Usa non cambieranno i principi della Siria e non metteranno fine alla sua lotta contro «il terrorismo». Lo ha riferito la televisione siriana. Assad ha anche detto che la Siria è in grado di affrontare qualunque aggressione esterna.

L'Onu: non ci diamo scadenze per il rapporto
L'Onu «non si dà scadenze» sul rapporto degli ispettori sulle armi chimiche. Lo ha detto il portavoce dell'Onu Martin Nesirky. «Ban vuole che sia fatto al più presto possibile ma deve esser fatto aderendo agli standard scientifici più alti», ha detto Nesirky.

Obama: attacco dopo il via libera del Congresso
L'attacco con armi chimiche a Damasco il 21 agosto è stato il peggiore del Ventumesimo secolo, «per questo ho deciso che gli Usa effettueranno un intervento armato limitato in Siria senza truppe sul terreno». Così Barack Obama nella sua dichiarazione sulla Siria alla Casa Bianca. «Mi sto preparando a dare l'ordine», ha aggiunto, sottolineando però che che chiederà il via libera del del Congresso per l'azione militare. L'azione militare quindi può slittare - salvo disposizione contraria - a dopo il 9 settembre, data per ora confermata per il ritorno al lavoro di Camera e Senato.

Al Congresso le voci contrarie a un intervento armato stanno crescendo. Per Obama si tratta di un netto cambio di posizione visto che la legge Usa (la «Wars Power Act» del 1973) in realtà non lo obbliga a chiedere il via libera del Congresso. Il presidente è tenuto solo a notificare a Camera e Senato entro 48 ore l'inizio di un'operazione militare e deve chiedere un voto solo se l'intervento dovesse prolungarsi oltre 60 giorni.

Cameron: comprendo Obama
«Comprendo e sostengo la posizione di Barack Obama sulla Siria». Lo ha scritto il premier britannico David Cameron su Twitter. Il presidente Usa nel suo discorso alla Casa Bianca sull'intervento in Siria ha definito la Gran Bretagna «il nostro alleato più stretto».

L'Onu: domani briefing con il capo degli ispettori
segretario generale dell'Onu Ban Ki-noon riceverà domani un briefing dal capo degli ispettori Onu in Siria. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Martin Nezirski, il quale ha aggiunto che le Nazioni Unite «non si ritirano», ma restano in Siria per mandare avanti il lavoro umanitario con un migliaio di dipendenti.

Letta: senza Onu non possiamo partecipare
«Sono momenti difficili per la comunità internazionale. L'opinione pubblica italiana è stata drammaticamente turbata dalle immagini delle vittime dell'uso di armi chimiche. Dobbiamo fare di tutto perché non accada più. Il regime di Assad possiede arsenali di armi chimiche, il cui uso è un crimine contro l'umanità. Comprendiamo l'iniziativa di Stati Uniti e Francia, alla quale però, senza le Nazioni Unite, non possiamo partecipare. La settimana prossima a San Pietroburgo faremo di tutto perché si trovi una soluzione politica al dramma siriano, che ha già prodotto un numero intollerabile di vittime e di profughi. La rapida convocazione di Ginevra 2 è oramai ineludibile». Lo afferma il Presidente del Consiglio Enrico Letta.

L'Iran: se gli Usa attaccano la reazione andrà oltre i confini siriani
Un attacco Usa in Siria provocherà una reazione che andrà «al di là» dei confini siriani: lo ha detto Mohammed Ali Jafari, comandante dei Guardiani della rivoluzione islamica iraniani. «Gli americani credono che le reazioni a un intervento militare siano limitate all'interno dei confini siriani. È un'illusione», ha detto.

Mauro: l'intervento sarà un segnale ad Assad, non una guerra
L'ipotesi di un intervento di Usa o Francia in Siria deve essere considerato «una sorta di segnale alla dittatura di Assad e non una guerra vera e propria. la verità è che rimangono sullo sfondo i rischi collegati ad uno scenario che può essere devastante». Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, a bordo di Nave Italia. «È rilevante la posizione del Governo Italiano - ha aggiunto Mauro - che, insistendo per trovare una soluzione politica e rinviando all'autorità e all'autorevolezza delle Nazioni Unite, ricorda a tutti qual è il compito della comunità internazionale».

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