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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2013 alle ore 12:13.

Silvio Berlusconi, con a fianco Marco Pannella, firma i 6 referendum sulla giustizia promossi dai radicali, presso il banchetto allestito a piazza di Torre Argentina, Roma. (Ansa)Silvio Berlusconi, con a fianco Marco Pannella, firma i 6 referendum sulla giustizia promossi dai radicali, presso il banchetto allestito a piazza di Torre Argentina, Roma. (Ansa)

Ieri l'annuncio ai suoi fan, oggi la firma. Da questa mattina Silvio Berlusconi, e quindi il Pdl, appoggia ufficialmente la causa dei sei referendum dei Radicali per la riforma della giustizia, come conferma la visita del leader del Pdl al gazebo per la raccolta delle firme allestito dal partito di Marco Pannella a Largo di Torre Argentina, a Roma, a pochi passi dalla residenza rioomana del Cavaliere. Dopo la sottoscrizione dei 6 quesiti radicali, Berlusconi getta acqua sul fuoco delle polemiche per le sorti del Governo in caso di una sua decadenza da senatore grazie ai voti Pd: Letta «fa cose egregie e voglio che continui». Ma il Pd, ricorda subito dopo, non puo' pretendere che il Pdl «possa restare a collaborare al tavolo del governo se gli si sottrae il fondatore e il leader».

Mai lanciati ultimatum al Governo delle larghe intese
Parlando di fronte al gazebo, il leader Pdl usa parole concilianti sul futuro delle larghe intese, accusando i giornalisti di aver frainteso le sue parole di ieri (pronunciate nel corso di un collegamento telefonico con i militanti dell'"Esercito di Silvio" riuniti a Bassano del Grappa, in Veneto): «I giornali hanno messo come mio ultimatum il fatto che cadrebbe il governo se fosse votata la mia decadenza. Non ho mai pronunciato questa frase: in un ragionamento con i nostri ho ricordato che questo governo l'ho voluto io fortemente e sono convinto che all'Italia serva un governo che continui a governare».

Dimissioni ministri Pdl in caso di decadenza: lo dicono loro, spero di no
Non sono neanche d'accordo - aggiunge Berlusconi - «con le critiche al governo che in situazioni difficili ha fatto cose egregie, come per l'edilizia». Dunque, insiste Berlusconi, «spero che possa continuare a lavorare ma è assurdo che una forza democratica che è alleata al governo con un'altra forza democratica possa restare a collaborare al tavolo del governo se gli venisse sottratto il leader». Quanto alle minacce dei ministri Pdl di abbandonare il governo nel caso la Giunta delle elezioni del Senato votasse la decadenza del leader da senatore, Berlusconi replica: «Questo e quello che dicono i ministri, chiedetelo a loro; io mi auguro di no, perché il paese ha bisogno di un governo».

Nuovo attacco alle "toghe rosse" di "Md"
Con la firma dei referendum Giustizia, Berlusconi torna all'attacco della cosiddetta "magistratura di sinistra", da cui si considera perseguitato. Il Cavaliere lo dice senza giri di pareole, parlando a fianco di Pannella al gazebo delle firme dei Radicali: «Non c'è nulla da fare. C'è un pregiudizio politico in certi giudici. Se sono in questa situazione è per colpa di una parte della magistratura». In particolare, della corrente di sinistra delle toghe, che si riconosce in "Magistratura Democratica", che «già nel '92-'93 sgomberò l'Italia da cinque partiti che avevano governato per 50 anni, garantendo stabilità e benessere». «Ho 41 processi alle spalle - ricorda il Cavaliere - e non sono riusciti ad arrivare ad alcuna condanna. Così hanno deciso di avvalersi di un'altra strategia, sono diventati i padroni di tutti i collegi che mi hanno giudicato».

Sì ai Referendum sui diritti umani: gli italiani hanno il diritto ad esprimersi
Oltre ai 6 quesiti sulla Giustizia, Berlusconi messo la firma in calce anche agli altri 6 quesiti sui diritti umani. I primi, spiega a chi lo accoglie al gazebo, «sono sacrosanti», ma, aggiunge poi, «firmo anche gli altri su cui non sono d'accordo», perchè «con questa firma voglio affermare il diritto degli italiani» ad esprimersi con un voto.

Capezzone (Pdl): firma quesiti fatto politico importantissimo
A rimarcare il passo di oggi per il futuro dei 6 quesiti referendari sulla Giustizia ci pensa il presidente della commissione Finanze della Camera e coordinatore dei dipartimenti Pdl (nonché ex Radicale) Daniele Capezzone: ««La firma del presidente Berlusconi in calce ai referendum sulla giustizia - sottilinea - é un fatto politico importantissimo. Vi sono riforme che si sono rivelate impraticabili in parlamento, e su cui ora potranno direttamente pronunciarsi i cittadini».

Cicchitto (Pdl): giusto segnale, ora militanti si mobilitino
Per Fabrizio Cicchitto, la firma di Berlusconi «E' un giusto segnale» che «deve mobilitare i militanti e gli iscritti del Pdl in modo tale che entro settembre i 6 referendum abbiano le firme sufficienti. E' il modo per far sentire il peso dei cittadini rispetto all'esigenza della riforma della giustizia».

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