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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 11:21.
Cernobbio - Gli imprenditori: crisi politica principale fattore di rischio per la ripresa. La crisi politica italiana come principale fattore di rischio per la ripresa. La platea di imprenditori e banchieri riuniti al seminario Ambrosetti a Cernobbio rispondendo alle domande del televoto ha dato questa indicazione: per il 33 per cento la caduta del governo italiano viene vista come elemento principale che può condizionare negativamente la crescita, non solo in Italia ma anche in Europa e a livello internazionale. Di contro, come segnale positivo, il 55 per cento della platea dichiara che aumenterà i propri investimenti e il 30 per cento li manterrà stabili. Segno appunto che senza crisi politica l'economia è in fase di ripresa.
Il sondaggio Radiocor
Le prospettive dei mercati per gli ultimi mesi del 2013 sono più che positive, ma preoccupa soprattutto l'instabilita' politica italiana. Altre incognite sono le elezioni tedesche, la crisi Medio Orientale e il possibile irrigidimento della politica monetaria della Fed. È quanto emerge da un'altra ricerca effettuata dall'agenzia di stampa il Sole 24 Ore Radiocor con Assiom Forex tra gli operatori di mercato italiani, i quali promuovono la Bce. La ricerca, cui hanno partecipato 308 associati, è stata pubblicata in una newsletter realizzata in collaborazione con Proquote Italy del London Stock Exchange Group e distribuita ai partecipanti del Workshop Ambrosetti.
Il 23% degli operatori che hanno aderito al sondaggio scommette in un rialzo dell'azionario negli ultimi quattro mesi dell'anno. Anche se manifestano una forte preoccupazione (12% con voto pari a 4 e l'8% con voto pari a 5, il piu' elevato) per la tenuta del Governo. «Le variabili in grado di influenzare i mercati in autunno sono diverse e di non semplice previsione - commenta il presidente di Assiom Forex, Giuseppe Attanà - L'attesa di una piu' elevata volatilità appare legittima e ispira un atteggiamento di sana prudenzà».
Il quadro politico italiano continua a essere carico di incognite e questo tiene particolarmente in ansia i mercati. Meno preoccupazione, invece, per l'esito delle imminenti elezioni tedesche, e per un eventuale nuovo taglio del rating del Paese. D'altronde, se da un lato non ci saranno sorprese macroeconomiche negative e instabilita' politica, gli operatori ritengono che le agenzie abbiano gia' fatto il proprio lavoro e, dall'altro lato, credono che con la molto probabile rielezione in Germania della Cancelliera, Angela Merkel, lo scenario per i mercati dell'Eurozona rimarra' invariato.
L'orizzonte dei mercati appare quindi roseo per quelli azionari e, di riflesso, meno favorevole e con tassi in rialzo per l'obbligazionario. Per quanto riguarda la Borsa, il 23% stima che negli ultimi quattro mesi dell'anno sara' orientata al rialzo, il 16% la vede stabile e solo il 12% in calo. La stessa percentuale (23%) vede i rendimenti obbligazionari in rialzo, contro il 19% che li prevede stabili e appena il 7% in ribasso. Alla domanda su quali siano i maggiori rischi per il nostro Paese nell'ultimo quadrimestre del 2013 (con un giudizio su una scala da 1 a 5, minor rischio/maggiore
rischio) il punto piu' elevato (12%) e' stato espresso dagli operatori nei confronti dell'instabilita' del Governo con un voto pari a 4. Percentuale che non comprende quelli che sono piu' pessimisti (8% con voto pari a 5) e quelli mediamente pessimisti (9% con voto pari a 3). Gli investitori internazionali secondo Attana' 'non esiterebbero un istante ad abbandonare ogni tipo di rischio Italia nel caso in cui ravvisassero una potenziale inattivita' legislativa che minerebbe alla base la potenziale ripresa economica'.
La rischiosità dell'esito delle elezioni tedesche è valutata bassa dagli associati. La maggioranza si è espressa in questo senso, con il 22% equamente diviso tra chi ha valutato tale rischio nelle fasce dei voti 2 e 3. Sostanzialmente simile lo scenario per quanto riguarda la valutazione dell'impatto di un'ulteriore bocciatura del rating sovrano: domina anche se di poco, con l'11% contro il 10%, chi stima questa minaccia con voto pari a 2 rispetto a quelli che la valutano con a 3.
C'è comunque anche da rilevare le due fasce dei pessimisti: il 7% di chi ha scelto il voto pari a 4 e il 2% di chi ha scelto il maggiore rischio. Il 42% di coloro i quali hanno indicato altri rischi per i mercati ha segnalato il caso Siria.
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