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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2013 alle ore 07:15.

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Università Bologna (Corbis)Università Bologna (Corbis)

Le università italiane migliorano le loro posizioni, (anche se il primo ateneo tricolore è solo al 188°posto) e altre entrano ex-novo nelle classifiche internazionali delle migliori università al mondo, secondo l'edizione del QS World University Rankings che classifica le top 800 università su una analisi che ne comprende 3.000. Nelle prime tre posizioni troviamo sempre il Massachusetts Institute of Technology (Mit) che si conferma la migliore, superando anche quest'anno Harvard e Cambridge. A distinguersi nella formazione accademica italiana sono invece l'Università di Bologna, Roma Sapienza, Politecnico di Milano, università degli Studi di Milano e quella di Pisa. La Bocconi ha guadagnato 17 posizioni rispetto all'anno scorso tra gli atenei in social sciences and management, collocandosi al 29mo posto nel mondo. In Europa si classifica nona.

Cresce infatti l'impatto della ricerca di questi atenei italiani in classifica: l'Università di Bologna è in cima alla classifica nazionale (è al 188esimo posto del ranking, lo scorso anno era al 194esimo); seconda La Sapienza di Roma (sale al 196esimo, nel 2012 era al 216). Terzo posto per il Politecnico di Milano (230esimo, lo scorso anno era al posto 244). Quarta postazione per l'università degli Studi di Milano (posto 235, nel 2102 era al 256) e quinta l'Università di Pisa (259esimo posto, era al 314esimo nel 2012).
Questo anno rientrano nelle top 800 in tutto 26 nostri atenei, con quattro new entry (Milano Bicocca, Roma tre, Università studi di Brescia e Verona). Quattordici delle 26 università italiane in classifica hanno mantenuto o migliorato il punteggio.

Nelle prime dieci posizioni solo atenei inglesi e americani
Nello specifico, undici tra le prime venti università al mondo sono statunitensi ma il dominio americano è stato ridimensionato dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008. Delle 83 università statunitensi presenti tra le top 400, 64 sono scese in classifica rispetto al 2007. Situazione diametralmente opposta per il 70% delle 62 università asiatiche presenti tra le top 400, che sono salite in classifica nello stesso periodo. Nonostante la forte e inarrestabile ascesa, non c'è ancora un ateneo orientale tra i primi 20. La migliore università asiatica, la National University of Singapore, si classifica infatti al 24esimo posto.

Il commento: eccellenza nonostante i tagli
Andrea Lenzi, presidente del Consiglio Universitario Nazionale, spiega che si tratta di "un risultato positivo nonostante i tagli alle risorse che da anni colpiscono gli atenei italiani che, sebbene l'apparente scarsa attenzione dedicata alla innovazione ed alla alta formazione da parte della politica, ha mantenuto ed addirittura migliorato le sue perfomance in questa lista di ranking. D'altra parte anche nei recenti dati della VQR, gestita dall'Anvur, la valutazione del confronto internazionale della università italiana aveva dimostrato l'ottimo risultato della nostra ricerca nei campi tecnologici e bio-medici".
"In tempi recenti - sottolinea Lenzi - sembra che finalmente il sistema paese e la politica si siano resi conto che senza ricerca, innovazione e cultura non si può avere sviluppo. Le più recenti normative per il rientro dei cervelli dall'estero, ma anche quelle per favorire un rapporto virtuoso fra università e impresa con norme che favoriscono i dottorati di ricerca misti pubblico-privato nei campi tecnologici e progettualità nel settore dei beni culturali, ci potranno finalmente consentire di avere anche quella organizzazione indispensabile per competere sui grandi finanziamenti e progetti europei ed internazionali", conclude.

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