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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2013 alle ore 21:20.
L'ultima modifica è del 11 settembre 2013 alle ore 08:56.

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Andrea Augello (LaPresse)Andrea Augello (LaPresse)

Nuovo scontro tra Pd e Pdl sui tempi del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi dallo scranno di Palazzo Madama. Dopo l'intesa di ieri sulla procedura da seguire, oggi invece non è stata raggiunta nell'ufficio di presidenza della Giunta l'unanimità nella decisione sul calendario dei lavori da seguire.

Domani nuovo round. «In apertura di seduta, cercherò di fare una proposta di mediazione che ottenga il via libera dalla più ampia maggioranza - spiega il presidente della Giunta Dario Stefano (Sel) -. Le posizioni non sono distantissime, pertanto penso che si possa arrivare per domani ad una decisione condivisa». Quanto ai tempi per arrivare al voto sulla relazione di Andrea Ugello - continua Stefàno - «non si parla di settimane ma della prossima settimana: l'ultima proposta del capogruppo Pdl in giunta é di arrivare al voto giovedì 19». «Non possiamo farci condizionare da esigenze di governo, altrimenti non opereremmo in punta di diritto, ma per appartenenza politica», conclude il presidente della Giunta. «Si stanno comportando in Giunta al Senato come fosse una finale di coppa del mondo, come se dovessero alzare una coppa contro di noi», afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano.

Alfano: non credo Berlusconi si dimetterà prima del voto del Senato
In serata, in un'intervista a Sky, Alfano confida: «Non credo che Silvio Berlusconi si dimetterà prima del voto del Senato sulla decadenza, non ci sono motivi perché si dimetta prima. Si farà sentire ancora», conclude. «Domani torna a riunirsi la giunta, meglio avere l'accordo sui tempi però non si possono rimandare oltre ogni ragione i tempi», rilancia il segretario del Pd Guglielmo Epifani.

Il costo dell'instabilità
Insomma, la tensione a livello politico torna a crescere. «Il costo dell'instabilità è un costo pesante per le imprese, i cittadini» ricorda il premier Enrico Letta in un'audizione alla Camera. «Ci vuole un attimo soltanto per buttare via tutti i sacrifici che abbiamo fatto in questi anni».Arriva anche il primo via libera al disegno di legge sulla responsabilità disciplinare dei magistrati e il trasferimento d'ufficio. Semaforo verde da parte della Commissione Giustizia al Senato. In base al provvedimento, sono sottoposti a procedimento disciplinare quei magistrati che rendano dichiarazioni con le quali, per il contesto sociale, politico o istituzionale in cui sono rese, rivelano l'assenza dell'indipendenza, della terzietà e dell'imparzialità richieste per il corretto esercizio delle funzioni giurisdizionali.

La polemica tra Pd e Pdl
Per quanto riguarda la riunione di oggi dell'ufficio di presidenza, dopo una prima richiesta avanzata dal Pdl di portare a fine mese la votazione finale sulla relazione Augello che propone di convalidare l'elezione di Berlusconi nonostante la condanna per frode fiscale, secondo il pidiellino Giacomo Caliendo «stiamo discutendo se votare mercoledì o giovedì della prossima settimana, si sono irrigiditi su questo: è incredibile». Stefania Pezzopane del Pd ha accusato il Pdl di «non aver l'intenzione di arrivare alla conclusione di questa prima fase» e ha ricordato che dopo la prevedibile bocciatura della proposta Augello «si apre una seconda fase, quella della contestazione» della posizione del leader del Pdl. In ogni caso, ha aggiunto, «se c'è volontà di accordo si vedrà domani in Giunta. Non possiamo venir meno a quello che dice la legge Severino, che parla di immediata deliberazione».

Il responsabile giustizia del Pd: no a salvacondotto
«Ormai abbiamo perso il conto dei tentativi dilatori del Pdl. Ma sono tutti inutili. La Giunta deve votare - afferma Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd, che aggiunge: «Questo è il dato di fatto che conoscono tutti gli italiani e la comunità internazionale. Il Pdl continui pure a perdere tempo. Il Pd non concederà salvacondotti. La legge è uguale per tutti e deve essere rispettata».

Ieri giornata di tensioni, poi il rinvio per scongiurare la crisi
Il rinvio alla seduta di domani arriva dopo che la giornata di ieri è stata caratterizzata dalle polemiche tra Pd e Pdl, poi la decisione del relatore Andrea Augello di ritirare le pregiudiziali - presentate lunedì - e la conclusione della sua relazione sulla decadenza del senatore Berlusconi (per effetto della legge Severino e della recente condanna per frode fiscale) con la richiesta di convalida dell'elezione del leader del centrodestra. L'impasse della Giunta per le elezioni del Senato si è sbloccata così, intorno alla mezzanotte di ieri, con un voto all'unanimità dei 23 componenti che ha permesso di incardinare la discussione della relazione Augello, destinata a concludersi nei tempi prescritti dal regolamento con una sola votazione. L'aria di tregua induce stamani il presidente dei deputati Pdl, Renato Brunetta, a dire che «qualcuno ha frenato il Pd. Penso, molto probabilmente, anche se non lo so con esattezza, il Colle piu' alto».

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