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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2013 alle ore 12:43.

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John Kerry e Sergey Lavrov (Ap)John Kerry e Sergey Lavrov (Ap)

C'è l'accordo tra Usa e Russia sul piano sulle armi chimiche del regime siriano. Lo ha annunciato il segretario di Stato Usa John Kerry a Ginevra dopo i colloqui con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. «La Siria deve fornire una lista delle sue armi chimiche entro una settimana». Lo ha detto il segretario di Stato Usa, John Kerry, nella conferenza stampa congiunta con il collega russo, Serghei Lavrov, a Ginevra. Kerry ha aggiunto che i due hanno trovato l'accordo sul metodo per rimuovere e distruggere l'arsenale chimico siriano.

Parlando al termine del colloquio con l'omologo russo Sergei Lavrov, il segretario di stato americano John Kerry ha detto che Usa e Russia sono d'accordo sul fatto che una risoluzione Onu sulla crisi siriana includa l'esplicita menzione della possibilità di ricorrere alla forza nel caso Damasco non rispetti gli impegni sul suo arsenale chimico. Salvo essere smentito poco dopo: "L'accordo con gli Usa sulle armi chimiche siriane non contiene nulla sul possibile uso della forza": lo ha detto a Ginevra il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov commentando l'esito dei negoziati con Kerry, che ha invece evocato il ricorso al capitolo 7 della carta Onu in caso di mancato rispetto del piano da parte di Damasco.

I dettagli
La distruzione delle armi chimiche siriane deve essere completata entro la metà del 2014. Lo ha affermato il segretario di Stato Usa John Kerry nella conferenza stampa insieme al ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Kerry ha anche annunciato che gli ispettori dell'Onu dovranno essere sul territorio siriano «non più tardi di novembre».


Siria: se Damasco non rispetterà richieste risoluzione Onu con possibile uso forza
L'accordo raggiunto oggi da Stati Uniti e Russia prevede che se la Siria non rispetterà le richieste relative alla distruzione delle sue armi chimiche, secondo i termini dell'intesa raggiunta oggi a Ginevra, sarà introdotta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una risoluzione con riferimento al ''Chapter VII'' della Carta dell'Onu che autorizza sanzioni o il ricorso all'uso della forza. ''Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotterà le misure nel quadro del 'Chapter 7' della Carta se sarà confermata la violazione delle richieste per la distruzione delle armi chimiche'', ha dichiarato Lavrov che tuttavia ha ribadito il 'no' di Mosca al ricorso all'uso della forza. ''Il tipo di misure che saranno adottate in caso di non compliance sarà soggetto a dibattito in seno al Consiglio di sicurezza'', ha ammesso Kerry precisando tuttavia che il presidente Barack Obama mantiene il diritto di autorizzare l'uso della forza.

L'opposizione boccia l'accordo
L'opposizione siriana boccia l'accordo sulle armi chimiche tra Usa e Russia annunciato a Ginevra al termine dei colloqui Kerry-Lavrov sottolineando che "non risolve la crisi". Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore dell'opposizione siriana a Istanbul, secondo cui il regime avrebbe spostato in questi ultimi giorni l'arsenale delle armi chimiche in Libano e in Iraq.

Il discorso radiofonico di Obama
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è detto pronto, oggi, a concedere una chance alla diplomazia per una soluzione della crisi siriana, ma ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché resti pronta ad agire in caso di fallimento. "Non prendiamo le dichiarazioni della Russia e di Assad per oro colato. Occorre vedere atti concreti che dimostrino che Assad vuole seriamente rinunciare alle sue armi chimiche", ha affermato Obama in occasione del suo tradizionale discorso alla radio del sabato. "Poiché questo piano" di consegnare le armi chimiche siriane al controllo della comunità internazionale, "è emerso a causa di minacce credibili di un'azione militare degli Stati Uniti, terremo le nostre posizioni militari nella regione per mantenere la pressione sul regime di Assad", ha commentato ancora il presidente americano. "E se la diplomazia fallisce, gli Stati Uniti e la comunità internazionale devono essere preparati ad agire", ha ammonito.

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