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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2013 alle ore 17:01.

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Riforma della Curia, work in progress anche sul fronte delle finanze
La riforma della Curia, quindi, su cui si lavora anche sul versate specifico delle finanze. «I dicasteri romani sono al servizio del Papa e dei vescovi: devono aiutare sia le Chiese particolari sia le Conferenze episcopali. Sono meccanismi di aiuto. In alcuni casi, quando non sono bene intesi, invece, corrono il rischio di diventare organismi di censura. È impressionante vedere le denunce di mancanza di ortodossia che arrivano a Roma. Credo che i casi debbano essere studiati dalle Conferenze episcopali locali, alle quali può arrivare un valido aiuto da Roma. I casi, infatti, si trattano meglio sul posto. I dicasteri romani sono mediatori, non intermediari o gestori». Una stoccata che ridadisce il netto contrasto al carrierismo - ripetuto oggi ad un'udienza con i vescovi di prima nomina - e alla gestione del potere, tema centrale dei problemi del precedente pontificato.

Primum riscaldare i cuori, le riforme organizzative vengono dopo
«I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi, farsi carico delle persone, accompagnandole come il buon samaritano che lava, pulisce, solleva il suo prossimo. Questo è Vangelo puro. Dio è più grande del peccato. Le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo. La prima riforma deve essere quella dell'atteggiamento. I ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi».

Vita e famiglia valori non negoziabili, parlarne sempre non serve
Sui valori "non negoziabili" - vita e famiglia nelle varie declinazioni - Bergoglio nell'intervista è netto, e cerca di mettere una parola definitiva: «Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione».

Il genio femminile è necessario anche dove la Chiesa decide
E infine la donna nella Chiesa: «È necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Temo la soluzione del "machismo in gonnella", perché in realtà la donna ha una struttura differente dall'uomo. E invece i discorsi che sento sul ruolo della donna sono spesso ispirati proprio da una ideologia machista. Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa: riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l'autorità nei vari ambiti della Chiesa».

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