La coperta corta di Saccomanni: dallo stop dell'Iva alla cancellazione della seconda rata Imu, cercasi 5,7 miliardi in tempi stretti
La somma da tirare fuori da qui a fine anno è 5,7 miliardi (almeno). Sono le risorse che il ministero dell'Economia dovrà individuare, in un arco di tempo molto stretto, per coprire lo stop dell'aumento dell'Iva per altri tre mesi, cancellare la seconda rata Imu del 2013, riportare il rapporto tra deficit e Pil sotto la soglia del 3%, finanziare la cassa in deroga e le missioni all'estero. Senza dimenticare l'impegno preso dal premier Enrico Letta per un alleggerimento del cuneo fiscale: una proposta alle parti sociali non è stata ancora fatta. Entro il 15 ottobre andrà messa nero su bianco la legge di Stabilità. E la quadratura del cerchio andrà comunque trovata. Ecco le principali spese che il ministro Saccomanni dovrà finanziare.
di Andrea Carli
1. Verso la legge di stabilità / Per rinviare l'aumento Iva a fine anno serve un miliardo
Il primo nodo che il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni deve sciogliere - "primo" almeno sotto il profilo temporale - è lo stop all'aumento dell'aliquota ordinaria dell'Iva dal 21 al 22%, che - allo stato attuale - scatterà dal primo ottobre. Il rincaro sarebbe dovuto già arrivare il 1° luglio, ma il decreto lavoro approvato a fine giugno ha spostato la scadenza di tre mesi. L'obiettivo ora è quello di trovare le risorse almeno per un'ulteriore sterilizzazione dell'aumento al 31 dicembre. Poi sarà la legge di stabilità per il 2014 a decidere cosa succederà da gennaio. L'aumento dell'Iva vale circa 4 miliardi di euro su base annua. Per far saltare l'aumento a fine anno, lo Stato dovrebbe reperire circa un miliardo di euro.
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