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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2013 alle ore 10:29.

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PECHINO - L'andamento del vino in Cina prodotto da case cinesi non attraversa un momento particolarmente felice. Le vendite languono, l'export rialza la testa. Che questa situazione sia ad alto rischio proprio per le marche straniere è fuori dubbio. La produzione nazionale langue, e vede di cattivo occhio l'import di bottiglie con etichette straniere.

L'anno scorso erano stati proprio dei produttori cinesi in affanno a sollevare la questione dell'import di vino in dumping da Spagna e Portogallo, con la conseguenza di sottoporre in piena estate i produttori stranieri a un vero e proprio autoesame sui prezzi praticati nelle esportazioni in Cina.

Una veloce ricognizione negli ambienti della camera di commercio cinese, quella che si occupa di wine & spirits, ci fa capire che la situazione non è rosea. E che, nonostante il patto di Bruxelles sui pannelli solari, il check sui vini sta andando e andrà avanti. Con buona pace di chi pensava che i cinesi ci avrebbero ripensanto mettendo il monitoraggio in freezer.

I produttori cinesi non riescono a rimettersi in carreggiata e questo – dicono fonti interne all'associazione – richiederà maggiore durezza contro i prodotti importati.

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