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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2013 alle ore 09:12.

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Hassan Rohani (Reuters)Hassan Rohani (Reuters)

L'Iran è pronto al dialogo, per «avviare negoziati» sul proprio programma nucleare. Ad una condizione: niente diktat, perché sciogliere il nodo con delle imposizioni sarebbe «irrealistico, un'illusione». È l'impegno garantito da Hassan Rohani nel suo primo intervento all'Assemblea Generale dell'Onu.

«L'Iran non è una minaccia»

Il neo presidente iraniano debutta sul grande palcoscenico internazionale così come era nelle attese: lanciando un chiaro segnale di distensione verso gli Stati Uniti e le potenze occidentali. L'immagine che cerca di dare del suo Paese è diversa da quella diffusa finora: «L'Iran non rappresenta una minaccia per il mondo», e neppure per la regione in cui si trova, assicura davanti ai delegati delle Nazioni Unite. Solo le sedie di Israele sono rimaste vuote, come previsto. Assenti "giustificati" il segretario di Stato John Kerry e l'ambasciatrice all'Onu Samantha Power, impegnati in un incontro con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov sulla Siria.

Svolta sulla Shoah: «Fu crimine contro gli ebrei»

I tempi in cui Ahmadinejad dal Palazzo di Vetro infiammava gli animi con le sue provocazioni sembrano lontani. In una intervista alla Cnn, arriva la svolta sull'Olocausto: «È stato un grande crimine compiuto dai nazisti sugli ebrei», ha riconosciuto il neopresidente iraniano, sconfessando la linea negazionista del suo predecessore.

Niente faccia a faccia con Obama

Il nuovo leader iraniano era atteso all'Onu come una star, e non delude le attese, anche se non fa nessuna proposta concreta. Tende la mano, ma spiazza la Casa Bianca nel rinunciare a un faccia a faccia col presidente Barack Obama a cui Washington lavorava da giorni: «Troppo complicato per gli iraniani in questo momento», spiega una fonte dell'amministrazione americana. «Poco tempo per preparare l'incontro», sottolineerà lo stesso Rohani. Che a sorpresa, però, ha avuto un colloquio con il capo di Stato francese, Hollande, per «scambiare vedute» sulle principali questioni mediorientali.

La "benedizione" dell'Ayatollah: ha autorizzato a negoziare

Nel prendere la parola, il nuovo presidente di Teheran parla con calma, anche se con tono determinato. Ha ascoltato con attenzione le parole pronunciate poche ore prima proprio da Obama, e prova a tendere la mano: «Si può arrivare a un accordo quadro per superare le nostre differenze», afferma. Del resto, spiegherà poi sempre alla Cnn, «sono stato autorizzato a negoziare con gli Stati Uniti direttamente dal leader supremo, l'Ayatollah Alì Khamenei».

«Ora collaborazione. Il nucleare? Programma pacifico»

Poi, le assicurazioni sul fronte del programma nucleare iraniano: «È un programma assolutamente ed esclusivamente pacifico». E le armi nucleari e di distruzione di massa, assicura, «non hanno spazio nella dottrina della sicurezza del nostro Paese, oltre ad essere contrarie alla nostra religione e alla nostra morale». Per questo Rohani sottolinea come l'atteggiamento fin qui tenuto dalla comunità internazionale sia di fatto sbagliato: «Le sanzioni contro di noi sono pura e semplice violenza», afferma.

Quello che serve, ha dichiarato Rohani, è «rispetto e collaborazione». «Dobbiamo lavorare insieme», è l'appello del neo presidente iraniano, «perché solo così potremo affrontare le sfide che abbiamo di fronte». E comunque l'Iran - aggiungerà più tardi in tv, «ha il diritto di sviluppare il nucleare pacifico». Se l'Iran passerà dalle parole ai fatti, come chiesto dal presidente Usa, lo si vedrà nelle prossime settimane. Ma l'opportunità storica per una svolta nelle relazioni tra Teheran e il mondo occidentale - come l'ha definita il capo della diplomazia iraniana Mohamad Javad Zarif - potrebbe essere a portata di mano.

Israele scettico: discorso cinico e ipocrita

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha definito «cinico» il discorso pronunciato in serata all'Onu dal presidente iraniano Hassan Rohani, dicendosi convinto che l'Iran tenta di guadagnare tempo e non intende porre un termine al programma nucleare militare. «È stato un intervento cinico pieno di ipocrisia - ha detto il premier israeliano -. Non c'è nessun suggerimento pratico per fermare il programma militare nucleare dell'Iran e nessun impegno per rispettare le decisioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. È esattamente il piano iraniano, parlare e guadagnare tempo per migliorare le capacità dell'Iran per ottenere le armi nucleari».

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