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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2013 alle ore 16:20.
L'ultima modifica è del 28 settembre 2013 alle ore 12:10.

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Larghe intese a rischio. Il giorno dopo il consiglio dei ministri che ha congelato il via libera al decreto per lo stop all'aumento dell'Iva, in attesa della verifica della tenuta della coalizione in parlamento - che dovrebbe essere lunedì o più probabilmente martedì (una decisione, spiegano da Palazzo Chigi, non è stata ancora presa) - il capo dello Stato Giorgio Napolitano ammette: il futuro è incerto ma occorre avere fiducia. E dice no a una campagna elettorale permanente: serve continuità nell'azione di governo. Il Pdl attacca. Con il coordinatore Sandro Bondi che dice: «Letta e Napolitano ricattano e umiliano i moderati». E la Cisl, attraverso il segretario Bonanni annuncia: pronti a mobilitarci in tutta Italia per scongiurare la crisi di governo e nuove elezioni.

Il Pd propone: 4 punti da condividere
La tensione tra gli azionisti di maggioranza dell'Esecutivo di larghe intese rimane dunque alta. Il Pd chiederà al Pdl la condivisione di quattro punti fondamentali per andare avanti nell'esperienza di Governo, anticipa Dario Franceschini, ministro per i rapporti col Parlamento. E il capogruppo del Pdl alla Camera Brunetta risponde: «I 4 punti non possono essere un prendere o lasciare». Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Pdl) rincara: «Franceschini condivida un punto preliminare: rispetto del secondo comma dell'articolo 25 che sancisce la irretroattività della pena».

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Lunedì pomeriggio la capigruppo del Senato
Mentre Letta prepara il discorso alle Camere - è stata convocata per il pomeriggio di lunedì la capigruppo del Senato, potrebbe essere quella l'occasione per incardinare nei lavori parlamentari la verifica richiesta dal premier - il sottosegretario all'Economia Alberti Giorgetti sottolinea che sullo stop all'Iva la partita è ancora aperta: anche se in extremis, sottolinea, ci sarebbero ancora margini per scongiurare un aumento dell'aliquota ordinaria al 22%. «Troppo tardi», ribatte Franceschini, che considera a rischio anche lo stop della seconda rata Imu per il 2013. Per l'ex ministro Brunetta (Pdl) per stoppare l'aumento c'è ancora tempo: «Se lunedì dovessimo avere un chiarimento programmatico, lunedì sera potrebbe già essere fatto un consiglio dei ministri per il blocco dell'Iva».

A tenere banco rimane comunque il rischio della decadenza di Berlusconi dal Senato: il 4 ottobre l'udienza della Giunta del Senato, con il responso già in serata o il giorno successivo: oggi è stata depositata la memoria difensiva del Cavaliere.

Fassina: oggi il Pdl fa retromarcia
Secondo il viceministro, in quota democratici, Stefano Fassina il Pdl tenta una disperata retromarcia. «I vari leader del Pdl che oggi chiedono di sbrigare in un week-end la crisi che di fatto hanno aperto con la minaccia di dimissioni collettive tentano disperatamente di scaricarsi di dosso la responsabilità di aver causato l'aumento dell'Iva», afferma.«Tre giorni fa non c'era lo Stato di diritto - continua Fassina -. Tre giorni fa eravamo al colpo di Stato. Oggi tutto ok. Sembrano non rendersi conto della gravità della situazione e dei danni economici e costituzionali provocati dalle loro posizioni eversive. Fingono di ignorare le parole di Enirico Letta. Comprendono di essere completamente isolati dal Paese reale e provano un'imbarazzata retromarcia».

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