Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2013 alle ore 06:38.

My24
Silvio Berlusconi (Ansa)Silvio Berlusconi (Ansa)

ROMA - Un attacco gravissimo di Berlusconi al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In una telefonata a un parlamentare Pdl, il Cavaliere dice: «Tu non riesci ad avere nessuna informazione su quello che è successo alla...sezione civile della Cassazione per il lodo De Benedetti?! Perché mi è stato detto che il capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata» e si riferisce, l'ex premier, alla vicenda del lodo Mondadori.

Ma l'ipotesi è definita dal Quirinale «delirante». Per l'esattezza si tratta, secondo il Colle, di «un'altra delirante invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del Capo dello Stato» (si veda articolo a fianco).
«Dopodiché ha ritelefonato da capo - continua l'ex presidente del Consiglio nella sua telefonata riferendosi al presidente della repubblica – ha fatto ritelefonare da Lupo (si tratta di Ernesto Lupo, consigliere giuridico del Quirinale ed ex presidente della Cassazione, ndr), al presidente della Cassazione (Giorgio Santacroce, ndr) che ha chiamato il presidente di sezione (Francesco Trifone, ndr) costringendolo a riaprire la camera di consiglio. Cosa che non succede mai! Perché la sentenza era già pronta il 27 di giugno». La telefonata tra l'onorevole Pdl e il leader di Forza Italia viene ascoltata dal giornalista di La7, Antonino Monteleone. Il quale spiega che «il parlamentare» che gli ha fatto sentire il colloquio «su sua spontanea iniziativa, mette in viva voce il suo telefonino, liberamente» aggiunge il giornalista. La conversazione telefonica viene fatta sentire in serata durante Piazza Pulita, la trasmissione di Corrado Formigli su La7. La sentenza incriminata da Berlusconi fissa, in modo definitivo, in 494 milioni il risarcimento che Fininvest deve versare alla Cir di Carlo De Benedetti nella vicenda del lodo Mondadori. La Cassazione nella sua pronuncia ha ridotto la somma di 23 milioni rispetto ai 564,2 milioni versati da Fininvest nel 2011.

Ma Berlusconi sostiene con il suo interlucutore che la Corte Suprema aveva invece fissato lo sconto alla sua azienda «in 200 milioni»: insomma il capo dello Stato, secondo il Cavaliere, sarebbe intervenuto addirittura per rivedere questo sconto fino a diminuirlo a una ventina di milioni: «Una cosa gravissima!» dice al telefono il Cavaliere.
Dopo la secca smentita del Colle, si aggiunge aggiunge lapidario il presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce: «È pura fantascienza». Il collegio che il 27 giugno ha dato definitivamente torto alla Fininvest sulla "guerra di Segrate" per il controllo della Mondadori era composto dal presidente Francesco Trifone e dai giudici Giacomo Travaglino, che ha svolto la relazione introduttiva, Maria Margherita Chiarini, Angelo Spirito e Maurizio Massera. La Camera di consiglio è durata circa cinque ore il 27 giugno e le sue motivazioni sono scritte in un documento di 185 pagine. Per la Cassazione c'è stata «responsabilità del fatto corruttivo imputabile anche al dott. Berlusconi» prosciolto però per prescrizione. La sentenza parla anche di «perdita di chance, di ingiustizia» e «di atto doloso che cagiona il danno».

Il principio che i supremi giudici ribadiscono risiede nella corruzione del giudice Vittorio Metta, condannato per aver ricevuto più di un miliardo di lire da Cesare Previti. Il passaggio di denaro al giudice relatore sarebbe avvenuto tramite un conto corrente riconducibile alla società offshore All Iberian, controllata dall'ex premier. Metta avrebbe poi usato quei soldi per acquistare un appartamento e sarebbe finito a lavorare nello studio Previti.
Prima della pubblicazione della telefonata l'avvocato del premier Niccolò Ghedini ha minacciato vie legali: «Procederemo in tutte le sede giudiziarie del caso» visto che si tratta, ha sostenuto Ghedini, «di una gravissima violazione dei principi costituzionali».
A stretto giro è arrivata la replica di Corrado Formigli, il conduttore di Piazza pulita: «Abbiamo ricevuto forti pressioni per non mandare in onda questa telefonata, ma voi la potrete ascoltare perché abbiamo agito, e possiamo dimostrarlo, nel pieno rispetto delle regole giornalistiche».

Shopping24

Dai nostri archivi