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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2013 alle ore 07:36.

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Lukla, la porta del trekking avvolta costantemente nelle nebbie - Foto

LUKLA - Il pilota del "dornier" un po' vintage della Sita Air nepalese ha il piano di volo scritto a mano su un tovagliolo di carta attaccato alla cloche. Ma, a dispetto di una certa improvvisazione, il volo che da Katmandu porta in meno di un'ora a Lukla, villaggio da cui partono tutti i trekking nella valle dell'Everest, fila via liscio e anche l'atterraggio nel piccolo aeroporto "Hillary-Tenzing" è di una precisione millimetrica. C'è ancora nebbia e nubi basse come spesso accade da queste parti ma decolli e partenze si susseguono ogni 15 minuti anche perchè da due giorni nessun aereo è riuscito a decollare da Katmandu per le pessime condizioni sulla rotta verso Lukla. L'aeroporto esiste solo da una trentina d'anni. Fino ad allora tutte le spedizioni, quelle degli anni venti e anche quella del '53 di Edmund Hillary e Tenzing Norgay che vinse la montagna più alta del mondo, dovevano mettere nel conto sei giorni di cammino nella foresta dopo Giri per arrivare a Lukla. La pista è stata costruita per volere dello stesso Hillary e assomiglia molto al ponte di volo di una portaerei, impressionante nella sua ridotta lunghezza e soprattutto in forte pendenza, in discesa per i decolli e in salita per gli atterraggi. Case e lodge sono disseminati ai lati della pista asfaltata da soli cinque anni e controllata da due o tre militari con carabine degli anni '40.

Lukla è la porta per i trekking e dista due giorni di cammino da Namche Bazar, sosta obbligata a 3.400 metri per un buon acclimatamento in quota. Bastano invece pochi minuti per arrivare a Namche in elicottero. Li gestisce una società francese che fa affari d'oro nelle stagioni buone per i trekking, ossia quelle che precedono o seguono i monsoni di agosto. Il volo in elicottero con il bravissimo pilota svizzero Stephen Segar è un'esperienza unica; getta a terra senza alcun riguardo dal suo elicottero bagagli in sovrappeso e non si allarma più di tanto se la piazzola millimetrica su uno sperone di roccia dove deve atterrare è sommersa dalla nebbia e totalmente invisibile, ci gira intorno come un uccello rapace due, tre, quattro volte fino a quando si butta a capofitto e atterra. Esperienza per stomaci forti. Come un po' tutto da queste parti.

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