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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2013 alle ore 15:58.

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Antonio Samaras e Angela Merkel (Ap/LaPresse)Antonio Samaras e Angela Merkel (Ap/LaPresse)

Tra Grecia e Germania torna la polemica sulla tormentata questione dei danni di guerra perpetrati da nazisti nel corso della Seconda Guerra mondiale. Dopo sei anni di economia in recessione il New York Times ha reso noto l'esistenza di un rapporto di una commissione di esperti del governo di Antonis Samaras di ben 80 pagine che elenca i danni alle infrastrutture, i furti di reperti archeologici e i prestiti forzosi che la Germania nazista avrebbe causato e imposto alla Grecia dal 1941 al 1945.

Il rapporto governativo non fa il totale dei danni e non mette nero su bianco il totale della cifra da chiedere, ma solo per le infrastrutture danneggiate il partigiano Manolis Glezos, l'eroe greco della Resistenza che ammainò la bandiera nazista dal Partenone nel 1941,e ora membro del Parlamento, ha parlato di 220 miliardi di dollari. Un importo pari quasi alla metà del debito del paese .

Tutto questo mentre ad Atene è tornata prepotente la voglia di chiedere i danni di guerra alla Germania di Angela Merkel, che qui non è molto popolare, come rivalsa per le dure politiche di austerità che Berlino avrebbe imposto, insieme alla troika, in cambio degli aiuti, pari a 240 miliardi di euro.

Una richiesta di danni che, però, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, quando venne in visita ad Atene qualche mese fa, bocciò senza appello ricordando che la questione era ormai da considerarsi chiusa in base a degli accordi precedentemente firmati da entrambi i governi.

In realtà Atene fu costretta a rinunciare alle sue pretese da americani e britannici che nel 1945 non volevano ripetere gli errori del Trattato di Versailles, a seguito della prima guerra mondiale, e come aveva suggerito inutilmente l'economista britannico John Maynard Keynes di non pesare troppo con i pagamenti per danni di guerra sulla ripresa tedesca. Cosa che in effetti avvenne solo nel 1945 dando il via al miracolo economico tedesco del secondo dopoguerra.

Ma Atene dovette rinunciare alle sue pretese di vedersi ripagare i danni di guerra nell'entità voluta. Insomma per tutti questi motivi i danni di guerra provocati dalla Germania nazista è una ferita ancora aperta in Grecia e non solo per le numerose stragi perpetrate dai soldati del Terzo Reich come rappresaglie sulla popolazione civile ma per l'intervento di Washington e Londra che avevano messo a tacere le pretese elleniche.

Alcuni membri del Consiglio nazionale ellenico sui risarcimenti, un gruppo di pressione sul tema, chiedono più di 677 miliardi dollari per ripagare anche i numerosi manufatti antichi rubati, i danni per l'economia e per le infrastrutture, nonché il finanziamento bancario forzoso e i singoli reclami di danni di privati cittadini.

Anche la cifra relativo al prestito bancario forzoso è un tema molto dibattuto e controverso. Il prestito è stato fatto in dracme in un momento di iperinflazione oltre 70 anni fa. Traducendo questo prestito in moneta attuale è una operazione molto complessa e la questione di quanto dovrebbe essere valutato l'interesse da applicare è oggetto di aspro dibattito tra gli esperti. Una stima prudente fatta da un ex ministro delle finanze greco, ha considerato il valore del prestito forzoso a soli 24 miliardi di dollari ma altri contestano queste cifre.

Altri analisti, invece, ritengono che le cifre uscite sul rimborso dei danni di guerra tedeschi - in particolare quelle sul prestito forzoso – potrebbero diventare un importante merce di scambio nei mesi a venire, quando la Grecia e i suoi creditori dovranno discutere i modi per ridurre il suo enorme peso del debito.

Pochi ad Atene credono che l'uscita del rapporto governativo sia stato un incidente di percorso visto che i dettagli del rapporto sono stati fatti trapelare dal giornale greco Real News il 22 settembre scorso, il giorno che i tedeschi sono andati alle urne ed eletto per la terza volta come cancelliere, Angela Merkel.

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