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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2013 alle ore 12:41.

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Così l'assalto delle rinnovabili, che agguantano il 40%

Il segnale in agosto, mese però ingannevole per gli equilibri energetici del paese. Ma la conferma è arrivata a settembre: le energie rinnovabili sono ormai arrivate alla soglia stabile del 40% della produzione e dei consumi elettrici italiani, anche se con il contributo determinate (che nei prossimi mesi potrebbe essere ridimensionato) della tradizionalissima fonte idroelettrica, negli ultimi tempi particolarmente generosa. La mappa dei consumi di elettricità diffusa da Terna per il mese di settembre contiene comunque una serie di segnali davvero emblematici. Per la crisi che sembrerebbe ormai strutturale delle centrali termoelettriche (quasi totalmente monopolizzate dal gas metano), ma anche per la progressiva ma non priva di incognite avanzata delle due energie verdi che rappresentano comunque il futuro: l'eolico e soprattutto il fotovoltaico. Che con al loro marcata discontinuità e i conseguenti problemi di programmabilità affidano il loro futuro operativo alla nuova e ancor più affascinante frontiere tecnologica della nostra energia: i sistemi di accumulo a batteria.

Potenti ma non come sembra

Vale la pena di sottolineare un dato complessivo emblematico: eolico e fotovoltaico sono forti insieme di una potenza massima di oltre 30 mila megawatt, di cui quasi 20 mila di fotovoltaico, che da solo copre un quinto della potenza di generazione complessiva del paese e quasi la metà teorica del fabbisogno di punta. Teorie, perché il divario tra la potenza massima e la produzione effettiva è talmente elevato che vento e sole non arrivano a coprire il 13% della domanda elettrica italiana effettiva. Con una discontinuità che crea non solo illusioni ma mille problemi. Basti pensare che nello scorso mese di giugno (domenica 16, per la precisione) la combinazione tra un picco produttivo, i consumi congiunturalmente depressi, una giornata festiva e i meccanismi che assegnano alle energie verdi la priorità nel dispacciamento, ha fatto funzionare per circa due ore l'intero paese solo la sola energia rinnovabile.

La fotografia del manovratore

Ecco, a riprova di tutto ciò, gli ultimi dati diffusi per il mese di settembre da Terna, il manovratore pubblico della rete di trasmissione dell'elettricità.
Con una domanda elettrica che conferma la sua forte depressione (- 3,7%) a settembre le rinnovabili hanno coperto il 39,8% della produzione di elettricità e il 35,1% del fabbisogno di corrente. Eolico e fotovoltaico hanno generato insieme 30,2 terawattora (TWh), il 12,6% della domanda. Nel frattempo il termoelettrico ha segnato un crollo del 15% rispetto allo stesso periodo 2012.
Se ci riferiamo ai dati complessivi dallo scorso gennaio (9 mesi) vediamo che la quota del termoelettrico ha confermato, anche a settembre, il calo medio del 15% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. Nel frattempo la buona piovosità ha trainato all'insù di quasi il 30% la generazione da idroelettrico rispetto al 2012. L'eolico è comunque cresciuto di quasi il 24% rispetto al 2012 e il fotovoltaico (già forte) di un ulteriore 20%. Insieme eolico e FV hanno generato 30,2 TWh, il 12,6% della domanda totale. Con il fotovoltaico che ha prodotto a fine settembre quanto ha fatto per tutto il 2012: 18,7 terawattora, coprendo da solo il finora il 7,8% della domanda elettrica italiana (l'8,5% nel mese di settembre).

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