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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2013 alle ore 14:07.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2013 alle ore 14:13.

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Mentre si avvicinano le elezioni per il Parlamento europeo, l'Europa politica sta annegando, insieme ai migranti, nel mare di Lampedusa.
In uno spietato nevrotico conflitto continua ad avanzare invece il gigante economico sovranazionale, sempre più indifferente ai problemi dei movimenti migratori, della disoccupazione, e di qualsiasi tutela dei diritti umani, ma puntigliosamente deciso a portare avanti l'Unione monetaria e bancaria. In questa Europa degli acronimi (Rsm - Ssm - Esm), dalla fine del 2014 sotto la supervisione della Bce verranno salvate solo le banche ("too bank to fail"). Ma l'ideologia dell'austerità, fonte di deflazione, disoccupazione, miseria e degradi, non pare per nulla intaccata. Di chi la colpa?

Le elezioni tedesche non hanno dato finora l'impressione di mutamenti rilevanti, mentre, nel marasma italiano, l'Europa pare avere, quando è positivamente sventolata, un mieloso sapore di mondanità. Ed un'Unione politica europea sovranazionale o federale sembra lontanissima, sia per gli Stati membri dell'area euro, sia per quelli che dall'euro sono rimasti fuori.

Così, mai come ora, l'Inghilterra sembra voler abbandonare l'Unione europea. David Cameron, nel suo lungo e ormai famoso discorso di gennaio, ha anticipato di voler rinegoziare le condizioni di partecipazione del Regno Unito, sottoponendo poi i risultati del negoziato ad un referendum da tenersi entro la fine del 2017. L'Uk Indipendent Party vuole invece il referendum entro questa legislatura, incolpando della crisi le strutture di governo economico europee, anziché individuare il colpevole nelle scelte d'austerity del governo britannico.
Brucia forse ancora il ricordo di quando, negli anni '60, la richiesta di ingresso in Europa degli inglesi fu senza alcuna cerimonia respinta da Charles De Gaulle?

M a il tragitto è lungo da Charles De Gaulle a Marine Le Pen, la quale vedendosi in testa negli ultimi sondaggi, si è sentita in dovere di scaricare l'euro e l'Europa, colpevoli di sottrarre sovranità alla Repubblica, senza aver certo dimenticato che il no francese al referendum sulla Costituzione europea fu largamente aiutato dai voti della sinistra. Ma è solo populismo?

Insomma, l'Unione Europea è pur stata insignita del premio Nobel per la pace, e sembra purtroppo che sia questa stessa pace ad essere minacciata. È tempo allora che i cittadini europei e le loro classi dirigenti rileggano il manifesto di Ventotene del 1941 "Per un'Europa libera e unita" di Altiero Spinelli e che ad esso ispirino le loro politiche. Anche noi, cittadini italiani, non avremo allora più bisogno di intravedere qualche futuro per i nostri figli facendoli emigrare all'estero.

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