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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2013 alle ore 11:50.
L'ultima modifica è del 18 ottobre 2013 alle ore 16:53.

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Enrico Letta (Ap)Enrico Letta (Ap)

Il Governo ha intenzione di procedere con le privatizzazioni annunciate, a partire da Fincantieri e da una quota di Terna, la spa che gestisce la rete elettrica nazionale. E proprio su quest'ultimo tassello si scatena un piccolo incidente. Nella prima versione dell'intervista del premier Enrico Letta al Washington Post, rilanciata dalle agenzie italiane, si ventila la possibilità di «privatizzare» Fincantieri, controllata da Fintecna, e di cedere il «49%» della società guidata da Flavio Cattaneo. «Penso che ora i mercati sono pronti a comprare e noi vendere i beni pubblici», spiega il presidente del Consiglio al quotidiano Usa. «Presenteremo questo piano di privatizzazioni e - ha aggiunto Letta - penso che sarà un passo molto importante».

Sul mercato il 4,9% di Terna
Sui numeri, però, come detto, non c'è inizialmente chiarezza. Quel 49% non è facilmente interpretabile visto che Cdp possiede solo il 29,85% della spa dell'alta tensione. Da qui la necessità di una precisazione che arriva da Palazzo Chigi. Fonti della presidenza del Consiglio chiariscono infatti che Letta aveva parlato di «quote di minoranza» e che la percentuale che sarà messa sul mercato è il 4,9% e non il 49%. In sostanza, il piano dell'esecutivo rinvia a una discesa di Cdp nel capitale della società, dal 29,85% al 24,85% con un incassso che dovrebbe aggirarsi attorno ai 350-360 milioni di euro ai valori attuali di Borsa. Dove, peraltro, il titolo, prima della precisazione di Palazzo Chigi, era arrivato a perdere fino al 3 per cento.

Decisioni entro l'anno
Più tardi una nota ufficiale di palazzo Chigi precisa ulteriormente che «in tema di privatizzazioni i riferimenti numerici a ipotesi di dismissioni riportati in un'intervista del presidente del consiglio Enrico Letta al Washington Post sono da intendersi come puramente indicativi della volontà di offrire al mercato quote non di controllo. In materia il governo deciderà entro l'anno, come previsto dal piano Destinazione Italia, con il supporto del Comitato per le privatizzazioni istituito presso il ministero dell'Economia e Finanze».

Bono (Fincantieri): «Non abbiamo bisogno di partner»
Anche su Fincantieri non sono mancate le precisazioni. Per bocca, però, del numero uno del gruppo, Giuseppe Bono, interpellato a margine di un'audizione alla Camera sull'annuncio del presidente del Consiglio Enrico Letta. Per Bono, il riferimento di Letta alla privatizzazione dell'azienda rimanda alla quotazione della stessa: «Non credo - ha spiegato il numero uno - che pensi di venderla, credo che pensi di quotarla tenendo una quota che consenta al Governo di mantenere il controllo». In ogni caso, Bono dice no a qualunque ipotesi di vendita di una quota del capitale ad altri player internazionali: «Non abbiamo bisogno di partner, noi vogliamo comandare a casa nostra», ha concluso.


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