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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2013 alle ore 14:15.
L'ultima modifica è del 20 ottobre 2013 alle ore 16:17.

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Dopo due giorni di manifestazioni che hanno blindato la città - venerdì il corteo dei Cobas, sabato quello dei movimenti per il diritto all'abitare e contro precarietà e austerity, con la partecipazione di No-Tav e centri sociali - oggi Roma fa il bilancio dei momenti di tensione innescati ieri da alcuni manifestanti antagonisti con il lancio di bombe carta, lacrimogeni, l'allestimento di barricate in alcuni punti e il danneggiamento di alcune filiali di banca.

L'allerta, peraltro, non è finita: la tendopoli allestita dai partecipanti a Porta Pia, punto di arrivo del corteo, sotto le finestre del ministero delle Infrastrutture, proseguirà almeno fino a martedì. «Manterremo un presidio di tende fino all'incontro con il ministro Lupi martedì, quando ci sarà una nuova manifestazione per far sentire forte la nostra voce» annuncia Luca Fagiano, esponente dei Movimenti per il diritto all'abitare, dall'assemblea degli antagonisti .

«Per quanto riguarda i manifestanti venuti da fuori, oggi alcuni pullman ripartiranno - continua -, ma proseguiranno le mobilitazioni nelle loro città. Da qui oggi è nato un movimento di movimenti».

Tendopoli per assediare "i palazzi del potere"
Ieri pomeriggio, giunti a Porta Pia al termine della manifestazione partita intorno alle 14,30 da piazza S. Giovanni, i partecipanti hanno montato una sorta di tendopoli davanti alla sede del ministero delle Infrastrutture per continuare la protesta ad oltranza. Diversi gli scontri che hanno visto contrapposte le Forze dell'ordine e gruppi di manifestanti incappucciati, che nel corso del pomeriggio hanno inizato ad attaccare obiettivi sensibili, quando il grosso del corteo è giunto all'altezza della stazione Termini.

Lancio di bottiglie, lacrimogeni e bombe carta al ministero dell'Economia
Partito in ritardo, il corteo - presenti secondo gli organizzatori 70mila persone - è stato sostanzialmente pacifico ma ha vissuto diversi momenti di forte tensione: nei pressi della sede di Casa Pound, dove gli attivisti di destra hanno fronteggiato a distanza i partecipanti senza entrare pero' in contatto, e in quello che è considerato il "punto caldo" del percorso, in via XX settembre, dove alcune decine di manifestanti con le bandiere dei No tav hanno indossato caschi e si sono coperti il volto, dando vita al lancio massiccio di bottiglie, oggetti, fumogeni e grossi petardi contro gli uomini della Guardia di finanza che proteggono il ministero dell'Economia. Il dicastero è finito in pratica sotto assedio così come la sede adiacente della Cassa depositi e prestiti. Le Forze dell'ordine hanno reagito con diverse cariche di alleggerimento e respingimenti.

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