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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2013 alle ore 14:28.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2013 alle ore 18:07.

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La Cassazione dà ragione a Sophia Loren nella causa contro il fisco inerente il condono fiscale del 1982. La sezione tributaria della Suprema Corte, con la sentenza 20417 depositata oggi, ha infatti accolto il ricorso dell'attrice contro una decisione della Commissione tributaria centrale di Roma risalente al 2006.

Al centro del procedimento, la dichiarazione dei redditi per il 1974 che la Loren presentò, congiuntamente al marito Carlo Ponti, in cui si escludeva, per quell'anno, «l'esistenza di proventi e spese», poiché «per i film ai quali stava lavorando erano sì previsti compensi ma da erogarsi negli anni successivi».

Nel 1980 all'attrice venne notificato un avviso di accertamento, per un reddito complessivo netto assoggettabile all'Irpef per il 1974 pari a 920 milioni di vecchie lire.

La Loren, dunque, usufruendo del condono fiscale previsto dalla legge 516/1982, aveva presentato una dichiarazione integrativa facendo riferimento a un imponibile di 552 milioni di vecchie lire, pari al 60% del reddito accertato, ma il Fisco aveva iscritto a ruolo un imponibile maggiore, pari a 644 milioni, sostenendo che la percentuale da applicarsi fosse quella del 70%, poiché la dichiarazione sul 1974 presentata dall'attrice, doveva considerarsi omessa, perché «priva degli elementi attivi e passivi necessari alla determinazione dell'imponibile».

Le Commissioni di primo e secondo grado avevano dato ragione alla Loren, mentre la Commissione tributaria centrale di Roma aveva dichiarato legittima la liquidazione del condono con l'imponibile al 70 per cento.

Ora, invece, la Cassazione ha accolto il ricorso dell'attrice, annullando così la decisione della Commissione tributaria centrale. «Correttamente - si legge nella sentenza - il contribuente, che aveva presentato originariamente la dichiarazione dei redditi pur non indicando redditi imponibili ha fatto riferimento, nel presentare ai fini del condono la dichiarazione integrativa, al primo comma dell'articolo 16» della legge sul condono del 1982 e «alla percentuale indicata» (vale a dire il 60%), dato che «quest'ultima norma prevede espressamente l'ipotesi, quale quella in questione, di presentazione della dichiarazione originaria nella quale non sono stati indicati redditi imponibili relativamente ad una o più imposte cui la dichiarazione si riferiva».

I 17 giorni in carcere nel 1982
Una storia che ha avuto anche risvolti sul fronte penale per l'attrice. Nel 1982, infatti, Sophia Loren, era addirittura finita nel carcere femminile di Caserta, dove era rimasta per 17 giorni, con l'accusa di evasione fiscale. Le responsabilità della frode vennero poi attribuite al suo commercialista.

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