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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2013 alle ore 21:40.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2013 alle ore 22:48.

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Barack Obama era all'oscuro di tutto. E ha già ordinato di fermare i programmi con cui la National Security Agency (NSA) ha spiato la cancelliera tedesca Angela Merkel e altri leader mondiali. Sono le ultime indiscrezioni stampa - stavolta del Wall Street Journal - sul Datagate. Uno scandalo che sta mettendo a durissima prova i rapporti tra gli Stati Uniti e i suoi alleati. Anche se la Casa Bianca è tornata a difendere con forza il lavoro della più potente agenzia di intelligence, ribadendo piena fiducia ai suoi vertici. Soprattutto al suo numero uno, il generale Keith Alexander, in uscita nei prossimi mesi.

La protesta si allarga anche a Madrid
Ma dopo gli strali di Parigi e di Berlino, l'ultima vigorosa protesta arriva da Madrid. El Mundo - sulla base di alcuni documenti della "talpa" Edward Snowden - spiega come nell'arco di un solo mese (dal 10 dicembre 2012 all'8 gennaio 2013) la Nsa abbia intercettato ben 60 milioni di telefonate in Spagna. Il governo di Mariano Rajoy non ha perso tempo e ha convocato l'ambasciatore Usa, chiedendo chiarimenti ed esprimendo forte preoccupazione per la pesante attività di spionaggio. «Se confermate, queste notizie potrebbero portare alla rottura del clima di fiducia tra i due Paesi», ha detto il ministro degli Esteri Josè Manuel Garcia Margallo.

Simili le parole che arrivano da Berlino, dove si sta indagando sul caso che vede coinvolta la Merkel: «Siamo nella fase degli accertamenti, e se tutto ciò dovesse essere dimostrato saremmo di fronte a una grave rottura della fiducia», ha detto il portavoce della cancelliera.

Roma frena: per ora nessuna prova che Nsa abbia spiato 46 mln telefonate
Più pacate invece le reazioni in Italia, con i servizi che assicurano: al momento non c'è alcuna prova che la Nsa abbia spiato 46 milioni di telefonate nel nostro Paese, come rivelato dal sito Cryptome. C'è «una ragionevole certezza», affermano i nostri 007, che la privacy dei cittadini sia stata rispettata e che non si sia trattato di spionaggio ma di "monitoraggio". E tuttavia il Copasir chiederà comunque di ascoltare in audizione Glenn Greenwald, il giornalista del Guardian autore delle rivelazioni sul Datagate e 'custodè delle carte di Snowden.

Usa, Obama in difficoltà
A Washington Obama tace. Ma la sua posizione appare sempre più delicata. Nella bufera in Europa, il presidente deve affrontare anche le critiche sul fronte interno. Come mai, almeno fino a questa estate, non sapeva nulla? È possibile che l'uomo più potente del mondo non sia stato informato su un programma così delicato come quello di spiare almeno 35 leader mondiali, perlopiù leader di Paesi partner degli Stati Uniti?

Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, travolto dalle domande, è un muro di gomma: «Non possiamo fare commenti su operazioni specifiche della Nsa», ripete decine di volte. Carney ribadisce solo che i programmi della Nsa non hanno un obiettivo economico, ma solo quello di combattere il terrorismo. E conferma come sia in corso una revisione delle procedure attraverso le quali gli 007 raccolgono dati e informazioni. Revisione i cui risultati saranno pronti entro fine anno. Già a metà dicembre, si legge su qualche giornale.
Intanto, stando al Wsj, qualcosa sta già accadendo. Il presidente, appena saputo delle intercettazioni sulla Merkel ed altri alleati, avrebbe ordinato di fermarle immediatamente. Non tutte però - spiega il quotidiano newyorkese citando fonti ben informate - visto che alcuni programmi che coinvolgono leader stranieri starebbero producendo rivelazioni di interesse per i servizi segreti. L'onda lunga del Datagate per ora sembra non volersi arrestare.

Entro due settimane Obama riceverà dossier su intercettazioni
E nelle prossime due settimane il presidente americano Barack Obama si ritroverà tra le mani un dossier altamente confidenziale. Vi saranno descritte nero su bianco le conseguenze sulle relazioni degli Stati Uniti all'estero dei potenti (e apparentemente ubiqui) strumenti di sorveglianza della National Security Agency, l'agenzia al centro delle polemiche per il presunto spionaggio eseguito sui leader di 35 Paesi incluso il cancelliere tedesco Angela Merkel. Su quel documento - ordinato lo scorso agosto da Obama - la Casa Bianca potrà mettere a punto possibili riforme. A prepararlo, scrive il Guardian, è un gruppo di esperti ai massimi livelli scelti dal presidente per condurre una revisione esterna delle capacità di sorveglianza degli Stati Uniti e dei danni alla fiducia dei Paesi alleati risultanti dalle rivelazioni della "talpa" Edward Snowden, l'ex informatico della Nsa che ha portato alla luce i programmi segreti dell'agenzie e che ha trovato temporaneamente rifugio in Russia. Lo studio verrà completato a metà dicembre e parte di esso verrà reso accessibile al pubblico ma un rapporto intermedio top secret verrà presentato a Obama nella settimana che inizia l'11 novembre prossimo.

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