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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2013 alle ore 13:17.
L'ultima modifica è del 30 ottobre 2013 alle ore 14:07.

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Fabrizio Saccomanni (s) e Ignazio Visco (Ansa)Fabrizio Saccomanni (s) e Ignazio Visco (Ansa)

Saccomanni conferma la luce in fondo al tunnel della crisi. «L'attività economica si é finalmente stabilizzata, avviandosi verso una graduale ripresa», ricorda il ministro dell'Economia, nel suo intervento in occasione della Giornata mondiale del risparmio. Il ministro ricorda che la contrazione del Pil nel 2013 é pari all'1,8% (a fronte del -1,7% stimato nel Def). «Per il 2014 -aggiunge - si confermano le prospettive di ripresa dell'attività economica» e il Pil registrerà una crescità dell'1,1%. La crescita del prodotto interno lordo «si porterà su livelli ancora superiori a partire dal 2015, prefigurando una graduale chiusura dell'output gap, raggiungerebbe circa il 2% nel 2017».

Insomma, l'Italia «ha le carte in regola per agganciare la ripresa e trarne appieno i vantaggi su crescita e occupazione». Occorre però tenere la barra dritta sull'equilibrio dei conti pubblici. E sul ddl di Stabilità dice: «è ora all'esame del Parlamento che potrà introdurre le modifiche e i miglioramenti che riterrà opportuni. Dovrà tener conto anche delle osservazioni e dei suggerimenti della Commissione europea».

Finita fase difficile
Il responsabile del Tesoro ricorda che «usciamo da una fase molto difficile», e «ora possiamo evitare ulteriori pesanti restrizioni». La ripresa passa anche dal superamento del credit crunch. «Riattivare il circuito del credito è condizione indispensabile per sostenere lo sviluppo e la crescita», sottolinea Saccomanni. Gli istituti di credito italiani sono solidi: il sistema bancario, avverte, « non ha nulla da temere dall'esercizio di valutazione della Bce».

Taglio cuneo fiscale: sentiero stretto sulle risorse
Il ministro parla anche del taglio del cuneo fiscale. «È evidente - afferma - che non ci sono soluzioni semplici per reperire ulteriori risorse per concedere sgravi fiscali più ampi». Ulteriori risorse da destinare all'alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro? «Abbiamo di fronte un sentiero stretto», confida.

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