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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2013 alle ore 22:28.
L'ultima modifica è del 31 ottobre 2013 alle ore 15:55.

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Non sarà Venezialand. Il progetto del polo culturale e ricreativo che Zamperla - multinazionale vicentina che ha firmato tra l'altro il rinnovo di Gorky park, a Mosca, nel 2009 e la riqualificazione dell'area della centrale nucleare dismessa di Kalkar, in Germania - intende realizzare nell'isola veneziana di San Biagio è stato svelato nei dettagli, con tanto di animazioni delle attività previste.

A iniziare dal recupero ambientale, premessa di ogni possibilità di riutilizzo della sacca creata artificialmente, in laguna, ampia 40mila metri quadrati, per anni adibita a discarica. Qui l'azienda è pronta a investire oltre 80 milioni: il progetto prevede una cintura fatta di passeggiata e zattere a disposizione della città, e diverse aree tematiche, progettate con la collaborazione dell'università Ca' Foscari.

La prima riprodurrà l'ambiente delle barene, con la sua vegetazione e i tipici casoni, «nel rispetto della varietà di questo ecosistema» spiega Patrizia Torricelli, biologa marina. Lo spazio adibito alla storia della Serenissima vedrà fra l'altro una dettagliata ricostruzione degli eventi più significativi - dal crollo del campanile di Piazza San Marco ai numerosi incendi - fino alla battaglia di Lepanto, alla quale sembrerà di assistere davanti a maxischermi larghi sette metri mentre si sta seduti su poltrone che si muovono a seconda della scena. Una Venezia «credibile e affidabile dal punto di vista storico, che non asseconda i tanti stereotipi su questa città», assicura Sauro Gelichi, archeologo dell'ateneo.

Ci sarà anche un'area riservata ai fasti del Carnevale, e ampio spazio a fini ludici e didattici è stato pensato per i bambini e i gruppi di scolaresche, che potranno prendere confidenza anche con mini pale eoliche e pannelli fotovoltaici. Un progetto ad alta tecnologia, fra realtà aumentata e soluzioni innovative, ma sostenibile e che nasce rispettando le norme urbanistiche e i vincoli esistenti.

La società ha avuto la concessione dal Demanio, proprietario dell'isola, per quattro anni: il tempo necessario a completare le analisi sui terreni e sull'inquinamento pregresso, fare i necessari passaggi con le istituzioni e avviare i lavori, per i quali serviranno due anni. A regime l'isola multimediale potrebbe dare occupazione a 500 addetti diretti (più l'indotto): fra loro potrebbero trovare spazio anche i laureati in discipline umanistiche di Ca' Foscari.
Il modello al quale guarda San Biagio è quello dei giardini di Tivoli, a Copenhagen: «Uno spazio a disposizione dei cittadini, oltre che dei turisti, ma che a nessuno verrebbe in mente di definire Luna Park – sottolinea il rettore di Ca' Foscari Carlo Carraro – L'università ha messo a disposizione dell'azienda le competenze che possiede perché i contenuti ambientali e storici fossero garantiti».

E le giostre che hanno reso Zamperla un colosso che esporta il 95% del proprio fatturato? «Le attrazioni ci saranno, perché se avessimo in mente di creare un museo l'operazione non sarebbe economicamente sostenibile – spiega Alberto Zamperla – Nemmeno il Louvre può vivere senza contributi pubblici. Detto questo, la nostra priorità è la massima attenzione alla città, ai suoi bisogni. Non ci saranno vaporetto congestionati o problemi nella gestione dei flussi. In questo senso non c'è paragone con il Palais Lumiere che avrebbe dovuto nascere a Marghera: quella era una pura operazione immobiliare, noi vogliamo ripulire e restituire a Venezia un'area risanata, inutilizzata da anni, che possa dialogare con le altre istituzioni e anche essere una vetrina delle eccellenze del Veneto».

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