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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2013 alle ore 15:31.
L'ultima modifica è del 03 novembre 2013 alle ore 19:38.

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Anche il Fondo Monetario Internazionale, come già gli Stati Uniti, chiede alla Germania di ridurre il surplus di bilancia commerciale. È quanto riporta il Der Spiegel, spiegando che il vice direttore del Fmi, David Lipton, nella sia visita a Berlino della settimana scorsa avrebbe fatto questa raccomandazione a persone vicine al ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble.
In particolare, il Fondo monetario avrebbe chiesto a Berlino di indicare un «chiaro target» per il surplus di bilancia commerciale tedesco, sottintendendo uno sforzo per ridurlo.

Le critiche di Washington
La scorsa settimana Berlino era finita nel mirino del ministero del Tesoro Usa per le stesse ragioni: secondo Washington la crescita tedesca trainata dalle esportazioni crea problemi a Eurolandia e all'economia mondiale. Immediata la replica di Berlino, che ha bollato le argomentazioni americane come «incomprensibili».

Le critiche mosse dagli Stati Uniti, nel rapporto semestrale sulle valute, sembrano quasi aver messo la Germania alla stregua del più tradizionale bersaglio, ovvero la Cina nel mirino per lo yuan sottovalutato. «La Germania ha mantenuto un ampio surplus delle partite correnti durante tutta la crisi dell'area euro e, nel 2012, il surplus nominale delle partite correnti era maggiore di quello della Cina» afferma il Dipartimento guidato da Jack Lew, che oggi ha invitato l'Europa a rafforzare il mercato del lavoro e ad andare avanti con l'unione bancaria. «La crescita anemica della domanda interna tedesca e la dipendenza dalle esportazioni - si legge nel rapporto del Tesoro - hanno ostacolato un riequilibrio in un momento in cui altri paesi dall'area euro erano sotto forte pressione per rallentare la domanda e contenere le importazioni per promuovere aggiustamenti».

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