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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2013 alle ore 15:27.
L'ultima modifica è del 04 novembre 2013 alle ore 16:38.

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Stop alla vendita di BlackBerry, il titolo crolla a Wall Street (-22%)Stop alla vendita di BlackBerry, il titolo crolla a Wall Street (-22%)

New York - BlackBerry, più in crisi che mai, cancella i piani di cessione. Nel giorno in cui scadeva il tempo delle offerte, con sulla carta solo un incerto accordo con la finanziaria Fairfax Financial per un buyout da 4,7 miliardi di dollari che l'avrebbe tolta dalla Borsa, il pionere degli smartphone ha azzerato il processo di cessione e cacciato l'amministratore delegato, Thorsten Heins. Al suo posto è stato immediatamente nominato a interim da John Chen, ex chief executive di Sybase, che avrà la missione di riesaminare le opzioni strategiche davanti al gruppo. Il titolo è precipitato del 20% fin dal pre-mercato e ha poi aperto in calo del 15% a 6,6 dollari.

Anziché orchestrare un buyout, Fairfax e una cordata di investitori istituzionali ha scelto di investire nel gruppo un miliardo di dollari. L'investimento, sotto forma di debito, potrà essere trasformato in azioni ordinarie al prezzo di dieci dollari ciascuna. Fairfax è già il principale socio individuale di BlackBerry.

Il progetto di buyout era da tempo parso in difficoltà. Le quotazioni di BlackBerry non hanno mai raggiunto i 9 dollari indicati dall'ipotesi di acquisizione e trovare finanziamenti per l'operazione si è rivelato arduo, mostrando le perplessità del mercato sul futuro di BlackBerry. Alcuni operatori avevano anche visto l'offerta di Fairfax come un tentativo di stimolare un'asta ufficialmente inaugurata ad agosto. Un'asta che però non si è mai materializzata: le espressioni di interesse non sono mancate, dalla cinese Lenovo, che avrebbe tuttavia incontrato ostacoli di sicurezza nazionale, fino a un'alleanza di ex co-fondatori tra i quali Mike Lazaridis, il fondo di private equity Cerberus e la società di telecomunicazioni cellulari Qualcomm. Ma non hanno mai assunto concretezza. I banchieri di BlackBerry, a cominciare da JP Morgan, hanno persino sondato società di Internet quali Facebook e LinekedIn, ma senza successo.

La saga si è per ora conclusa con l'uscita di scena del 55enne Heins, ex alto dirigente di Siemens alla guida di BlackBerry per cercare un suo rilancio dal gennaio del 2012. Heins era però un esperto di tecnologia e telefonini, molto meno di vendite. Aveva deciso di snobbare una strategia di scorporo delle attività dell'azienda, che avrebbe consentito partnership nella divisione di sevizi, a favore di un tentativo invece di riscossa indipendente con nuovi modelli touchscreen. Questi modelli, tra i quali lo Z10, una volta lanciati si sono rivelati un fallimento tra consumatori e clienti aziendali: BlackBerry in settembre ha dovuto mettere a bilancio oneri straordinari per un miliardo di dollari per tener conto della svalutazione degli smartphone invenduti. E ha annunciato il licenziamento di 4.500 dipendenti.

Chen ha alle spalle l'esperienza di aziende in gravi difficolta. Ha salvato Sybase dalla bancarotta, sotto la pressione della concorrenza nei database da parte di Oracle, Microsoft e Ibm. L'azienda fu poi ceduta alla tedesca Sap nel 2010, quando lui lasciò il suo incarico. Adesso avrà tra le mani una sfida semmai ancora più drammatica: BlackBerry, che soltanto qualche anno fa dominava il mercato degli smartphone statunitensi con una quota di oltre il 50%, adesso ha il 2%, schiacciata da Apple e Samsung.

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