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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 12:27.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2013 alle ore 22:07.

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Silvio Berlusconi ritiene che il capo dello Stato sia ancora in tempo per concedergli la grazia di sua iniziativa. «Mi dicono che per avere la grazia bisogna aver iniziato a scontare la pena. Dunque, sarebbe ancora in tempo», afferma il leader del Pdl nell'ultimo libro di Bruno Vespa.

Incontro riservato al Colle
Vespa scrive che non é stata presentata finora alcuna domanda da parte di Berlusconi, della sua famiglia e dei suoi avvocati. Napolitano, sempre a quanto riferito dal giornalista, ricevette riservatamente il 9 agosto Gianni Letta e Franco Coppi, difensore del Cavaliere, per un sondaggio discreto sulla possibilità della grazia. Essi interpretarono positivamente in questo senso un passaggio del messaggio di Napolitano del 13 agosto. Poi, scrive Vespa, il capo dello Stato si sarebbe irrigidito per le dimissioni in massa dei parlamentari di Forza Italia (poi revocate) e da allora non si é più parlato di grazia.

Berlusconi: basta polemiche, serve partito forte
Intanto il Cavaliere interviene nello scontro tra falchi e colombe che sta dilaniando il partito. E lo fa con un appello all'unità: «Nonostante i miei ripetuti appelli, leggo ancora oggi, una lunga sequenza di dichiarazioni rilasciate da esponenti del nostro movimento con contenuti privi di interesse per i nostri elettori. Vi chiedo di porre fine» a questo perché «oggi più che mai l'Italia ha bisogno di un forte, unito e compatto movimento dei moderati», scrive Berlusconi, che aggiunge: «Continuare ad alimentare motivi di divisione contrasta con lo spirito stesso di Forza Italia che abbiamo fondato insieme con l'obiettivo di unire tutti i moderati. E troppe conseguenze negative sono state già prodotte in passato dalle divisioni dei rappresentanti del centro-destra». «Trovo davvero controproducente - sottolinea il Cavaliere - polemizzare su situazioni di là da venire e comunque di scarso interesse mentre il Paese soffre a causa dei tanti e drammatici problemi con cui gli italiani devono fare quotidianamente i conti. Rinnovo perciò il mio invito a concentrare l'attenzione sulle drammatiche emergenze dell'economia e della giustizia alle quali un grande partito come il nostro è chiamato a dare risposte e a non alimentare le contrapposizioni di questi giorni, prive di seri collegamenti con la realtà».

Sul governo scontro Alfano-Fitto
Le divisioni tra lealisti e governativi erano tornate a scoppiare il giornata. Il vicepremier Alfano aveva assicurato in mattinata: «Berlusconi mi ha confermato la fiducia al Governo». A lui aveva replicato a stretto giro così Raffaele Fitto: «Non si può restare alleati di un Pd che lavora per la decadenza di Silvio Berlusconi». E per tutta la giornata da Santanché a Bondi a Galan si erano succedute le bordate dei "lealisti" contro Alfano. In serata, nel corso di una riunione dei parlamentari dell'ala filo-governativa il vice premier ha ribadito: «Siamo fino all'ultimo con Silvio Berlusconi per l'unità del nostro partito, ma ogni volta che con il nostro impegno e i nostri sforzi arriviamo vicini all'unità, ad un riavvicinamento sulla linea politica per il bene del Paese c'é qualcuno che non vuole l'unità».

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