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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 13:07.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2013 alle ore 21:11.

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Dopo giorni di polemiche, il ministro Cancellieri ha risposto in Parlamento alle richieste di chiarimento sul caso Ligresti. Prima al Senato. Poi alla Camera (accanto a lei Letta e Alfano). Cancellieri ha assicurato di non aver «mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti» per la quale è finita nella bufera. Spiegando: «La scarcerazione non è avvenuta a seguito o per effetto di una mia ingerenza, ma per indipendente decisione della magistratura torinese». Cancellieri però si è anche detta «pronta a un passo indietro se dovessi essere di intralcio». Intanto il M5S ha chiesto di inserire per venerdì 8 novembre l'esame e il voto sulla mozione di sfiducia al ministro presentata al Senato, ma la proposta non è stata accolta dall'Assemblea, che ha confermato il calendario deciso dalla Conferenza dei capigruppo.

«Nessuna mia ingerenza»
«Tutte le risultanze contenute nel fascicolo giudiziario di Giulia Ligresti testimoniano in modo univoco e incontrovertibile che la scarcerazione della donna è avvenuta senza mie ingerenze» ha ribadito il Guardasigilli citando quanto più volte affermato dal procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli ossia che a determinare gli arresti domiciliari per Giulia Ligresti sono state le condizioni di salute della donna e la sua richiesta di patteggiamento. «Nei miei comportamenti non ho mai assunto alcuna iniziativa, se non raggiunta da informazioni sulle aggravate condizioni di salute» di Giulia Ligresti ed «ho sempre agito senza mai derogare dai miei doveri di ministro», ha assicurato il Guardasigilli.

La difesa del figlio
Poi un accenno al figlio, Piergiorgio Peluso, ex dg di Fonsai: «Mio figlio è stato trascinato indebitamente in questa vicenda», ha detto. «È stato assunto in Fonsai - ha aggiunto - quando io avevo cessato l'incarico di commissario straordinario a Bologna ed ero una tranquilla signora in pensione che mai immaginava che sarebbe diventata ministro».

I rapporti con i Ligresti
Quanto ai rapporti con la famiglia Ligresti ha ripetuto: «Sono stata solo amica di Antonino Ligresti (fratello di Salvatore, ndr) dai tempi della mia lunga permanenza a Milano». Ma, si è difesa, «in nessun modo la mia carriera é stata mai influenzata da questo o da altri rapporti personali». E ha rivendicato: « Sono una persona libera senza debiti di riconoscenza». Il ministro è tornato poi sulla telefonata di solidarietà del 17 luglio a Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, arrestato quel giorno insieme alle figlie Giulia e Jonella con l'accusa di falso in bilancio e aggiotaggio nell'ambito dell'inchiesta Fonsai. «Esprimevo un sentimento di vicinanza e mi rendo conto - ha ammesso Cancellieri - che qualche espressione possa aver ingenerato dubbi. Mi dispiace e mi rammarico di avere fatto prevalere i miei sentimenti sul distacco che il ruolo del ministro mi dovevano imporre», ma «mai ho derogato dal mio dovere». E alla Camera ha parlato di «onore offeso» con riferimento a chi ha adombrato «opacità di comportamenti o, peggio, vere e proprie distorsioni e deviazioni dai canoni di imparzialità e di correttezza istituzionale».

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