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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 06:45.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 10:38.

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E qui arriviamo ai giorni nostri. L'aumento di capitale vi ha portato, almeno per la parte già sottoscritta, risorse che alcuni ritengono fondamentali per evitare il fallimento. Dando per scontato che potreste perdere per strada più della metà dei 21 soci attuali di Alitalia, il vero nodo sono le incognite sul ruolo di Air France: diventerà il socio guida di Alitalia o passerà la mano ad altri? A volte si ha l'impressione che i francesi stiano facendo di tutto per legittimare un loro ritiro dalla partita...
Guardi, Air France sta solo cercando di massimizzare le condizioni favorevoli per ridurre al minimo i suoi rischi finanziari. I francesi sanno bene che sul piano industriale non possono pretendere che Alitalia si ritiri dalle rotte intercontinentali, le uniche su cui le compagnie guadagnano. Vogliamo rimanere partner dei francesi ma non sottomessi ai loro desiderata che ci annullerebbero. Comunque, tirare la corda non conviene troppo neanche anche ad Air France: l'ultima cosa che desiderano i francesi, è un'Alitalia che si unisce a un altro partner più grande e gli porta la concorrenza in casa. Detto questo, confermo che non esiste solo Air France: senza commentare, le ricordo l'interesse di Ethiad o quello di Aeroflot (con cui i vertici Alitalia si incontreremo questa settimana, ndr.). Malgrado le chiacchiere, l'Alitalia di oggi avrà pure i conti in rosso, ma dal 2008 a oggi è diventata una delle migliori compagnie del mondo, per servizio e puntualità. I dati, per altro riconosciuti da autorità indipendenti, sono eccellenti: siamo la compagnia più puntuale e il nostro servizio è apprezzato come tra i migliori al mondo. Forse non ci si ricorda di come stava la vecchia Alitalia quando l'abbiamo acquisita.

Vero. Ma da quanto dice, mi sembra di capire che a goderne i benefici non saranno i soci originari di Cai ma i francesi o qualcun altro. Rispetto alle ambizioni di 4 anni fa c'è una bella differenza...
Certamente non sono contento di come sono andate le cose: essere comprati, per me, è sempre una sconfitta. Ma quanto è successo, gli errori commessi, possono essere di insegnamento per tutti: la prossima Alitalia, quella che emergerà dall'aumento di capitale, dovrà avere non solo nuovi soci, ma anche una governance migliore. A cominciare dal consiglio di amministrazione, che potrebbe avere molti meno consiglieri di quello attuale.

Vuole dire che è difficile gestire una compagnia privata avendo interno al tavolo 21 soci che dicono la loro?
Questo lo dice lei. Io posso dire che la governance ha ampi spazi di miglioramento.

Come si sceglie il partner ideale?
In questo momento Alitalia non ha la forza per fare una acquisizione. Dobbiamo quindi trattare fino allo stremo per valorizzare in sede negoziale le nostre qualità e difendere il nostro ruolo.

Quando è suonato l'allarme sull'emergenza finanziaria di Alitalia lo Stato non si è tirato indietro. Prima si pensato a un intervento delle Ferrovie dello Stato, oggi vostro "concorrente" in Italia con i suoi treni ad alta velocità, poi si è deciso di far scendere in campo le Poste. Lei che ne pensa?
Premesso che la scelta l'ha fatta il Governo, e che comunque sono stato rassicurato dai nostri legali sul fatto che non si tratta di aiuti di Stato, con Ferrovie si sarebbero potute sviluppare alcune sinergie importanti. Ma lo stesso vale per Poste. Anzi, posso dirle che oltre alle possibili sinergie sulle destinazioni coperte dal trasporto aereo postale, con le Poste c'è un'opportunità di business da non sottovalutare: la rete dei loro 30mila sportelli. Noi siamo felicissimi del lavoro svolto dalla rete di agenzie di viaggi, ma avere in futuro un alleato che ogni giorno è vicino a milioni di italiani potrebbe rappresentare un bel vantaggio.

Colaninno, non le sembra che stiamo facendo un po' i conti senza l'oste, visto che l'operazione di aumento di capitale è ancora aperta? In fondo, non sappiamo ancora chi comanderà e nemmeno se i 300 milioni della ricapitalizzazione saranno sufficienti.
Il progetto prevede che Alitalia avrà a disposizione anche 200 milioni di euro in linee di credito delle banche: in totale, avremo quindi 500 milioni di euro per garantire lo sviluppo internazionale del gruppo. Per questo non abbiamo alcuna intenzione di procedere, come alcuni vorrebbero, a un concordato in continuità che non ha senso visto che siamo in bonis e sotto aumento di capitale. Detto questo, è ovvio che Alitalia avrà bisogno di altre risorse per crescere.

Manca solo una sua risposta su Air France per chiudere: che cosa succede se i francesi sottoscrivono o non sottoscrivono l'aumento? Chi comanderà in Alitalia?
Difficile dirlo con certezza: bisogna capire quanto inoptato rimarrà e chi lo chiederà... certamente dopo l'assegnazione dell'inoptato e cioè a fine novembre, ma ci sarà un cda che deciderà i tempi, ci sarà tempo da parte di chiunque per comperare le azioni eventualmente rimaste sul mercato e non ci sarà più prelazione da parte dei soci. Le azioni, a quel punto, potranno essere comprate da chiunque... Dai francesi, dai cinesi, dai russi... da chiunque è in grado di capire che razza di affare si trova davanti.

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