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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2013 alle ore 14:20.
L'ultima modifica è del 17 novembre 2013 alle ore 21:19.

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Ancora acque agitate nel Pd sul caso Cancellieri, con Pippo Civati che annuncia una sua mozione di sfiducia. «Siccome, per la serie "gli argomenti più stupidi del mondo", il Pd dice di non poter "sfiduciare" il ministro Cancellieri perché non si può votare la mozione del M5s, segnalo che ne possiamo presentare una noi», dice il candidato alla segreteria Pd.
«Martedì - anticipa dal suo blog - presenterò un testo all'assemblea del gruppo. Così la smettiamo con l'ipocrisia di chi parla di motivi di opportunità politica senza fare nulla di concreto. Non se ne può più».

Renzi: faccia passo indietro prima di mozione sfiducia
E Matteo Renzi ha ribadito il punto di vista già espresso qualche giorno fa («credo avrebbe fatto un favore al Paese se si fosse dimessa») intervenendo stasera da Fabio Fazio a "Che Tempo che fa": «Cancellieri è una persona perbene ma si deve dimettere. Ha sbagliato in questa vicenda. Prima della mozione di sfiducia dovrebbe fare un passo indietro». E al segretario Epifani lancia il messaggio: «Ormai su di lei non si regge».

Tensioni nel Pd
Insomma, il caso delle telefonate Cancellieri-Ligresti fa crescere la fibrillazione nel Pd e nel governo. Letta (e il Quirinale) ha blindato il ministro ma la tensione nel partito cresce. Tutti e quattro i candidati alla segreteria (Cuperlo, Renzi, Civati e Pittella) sono, con sfumature diverse, per le dimissioni del ministro. Ieri lo aveva ribadito Cuperlo («non è in discussione la correttezza del ministro Cancellieri, quel che ho posto è un problema di opportunità politica, se esistono tutte le ragioni di serenità per adempiere appieno a una funzione particolarmente delicata come è quella del Guardasigilli») .

Martedì l'assemblea dei parlamentari Pd
L'assemblea dei parlamentari Pd è prevista per martedì 19 alle ore 20. Alla vigilia della discussione in Aula alla Camera mercoledì 20 della mozione di sfiducia al ministro depositata dal M5s. Sia Renzi che Cuperlo tengono il punto su una questione molto sentita dall'elettorato democratico, ma in realtà sperano che nella riunione di martedì il segretario uscente Epifani si immoli, ribadendo la fiducia al ministro in asse con il premier. L'ex leader Cgil sembra non avere nessuna intenzione di restare con il cerino in mano e sia intenzionato a rimettere la decisione al voto dei parlamentari: «Ognuno ci metta la faccia direttamente, al di là degli slogan della campagna congressuale», dicono ai vertici di Largo del Nazareno.

Franceschini: su Cancellieri deciderà il gruppo, ma no alla mozione M5S
Una linea ribadita dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini che in un'intervista a Repubblica oggi dice: «Deciderà il gruppo». E ancora: «Non mi scandalizzo di un dibattito con opinioni diverse sull'opportunità delle sue dimissioni, tenendo ferma l'assenza di fatti di rilevanza penale. Ma una cosa è discutere di questo, un'altra pensare di votare una mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 stelle. Mi pare un atto dovuto che la maggioranza la respinga».

Fassina: rapporto incrinato
Una posizione condivisa anche dal vice ministro dell'Economia Stefano Fassina che al Tg 3 bacchetta Civati: «deve ricordarsi che fa parte di un partito e decisioni così rilevanti come una mozione di sfiducia si prendono insieme. Siamo in campagana congressuale, ma a tutto c'é un limite, anche alle strumentalizzazioni». Ma aggiunge che alla luce di un «rapporto con la maggioranza» che si è «incrinato» con le ultime vicende legate al caso Fonsai, «il ministro Cancellieri deve valutare attentamente il da farsi».

Alfano: Cancellieri non deve dimettersi
La musica cambia nel centrodestra, compatto a difesa del ministro. Il vice premier Angelino Alfano stasera al Tg1 dichiara: «sono convinto che Cancellieri non debba dimettersi». E su questa posizione non sono solo schierati gli alfaniani. Anche in Forza Italia prevale la linea della della difesa: «sulla pelle del ministro Cancellieri si stia giocando un'indegna gazzarra, un'indegna guerra per bande all'interno del Partito democratico, a fini congressuali», denuncia Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

Ipotesi iscrizione nel registro indagati all'esame della procura di Torino
Intanto il comportamento del ministro Annamaria Cancellieri viene passato ai raggi X, al punto che si affaccia l'ipotesi che la Guardasigilli possa essere indagata per false informazioni al pm. Ha detto tutto il ministro quando fu sentita da uno dei pm titolari dell'inchiesta Fonsai per le telefonate con i Ligresti e il trasferimento ai domiciliari di Giulia Ligresti? E se ci fosse il dubbio che non lo ha fatto, che scenario si aprirebbe?
Il pallino è nelle mani della Procura di Torino che, con ogni probabilità, manderà le carte a Roma perché la competenza è del tribunale dei ministri.

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