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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 19:50.

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Ogni mezzo è buono nella guerra di nervi che corre fra i «cugini» della vecchia famiglia berlusconiana. Per dire, nei sondaggi di Euromedia Research diffusi nel Mattinale del gruppo di Forza Italia alla Camera la neoformazione di Alfano viene accreditata di uno scarso 3,6%. Ben al di sotto, dunque, della doppia cifra che la maggioranza degli istituti indica come base di consenso per il Ncd ancora privo di un simbolo.

Verso la convention il 7 dicembre
Al di sotto della guerriglia verbale che continua in superficie per i due tronconi è tempo di riorganizzarsi dopo la spaccatura. Lavoro febbrile per gli uomini fidati del vicepremier che vogliono arrivare a dare una forma compiuta al partito in tempi rapidissimi, dagli organigrammi di vertice alle responsabilità sul territorio. Un problema la cui soluzione sembrerebbe vicina è il momento in cui tenere la prima convention dei simpatizzanti venuti allo scoperto sinora. Alfano studia di tenere le assise - con la partecipazione di tutti i parlamentari, i ministri e gli esponenti nazionali e locali che hanno aderito - il 7 dicembre, un giorno prima del congresso del Pd.

Incertezza sul simbolo
Ma al contempo si ragiona anche sul nodo del marchio da adottare. Sei sono secondo Adnkronos i simboli depositati dagli alfaniani e tutti risultano consegnati molti giorni prima della rottura ufficiale al Palazzo dei congressi di sabato scorso. All'ufficio italiano marchi e brevetti del ministero dello Sviluppo economico risulta che Alfano, attraverso il suo fedelissimo Davide Tedesco, abbia presentato tra il 31 ottobre scorso e il 12 novembre la "sestina". Però, come si è saputo in seguito al battesimo ufficiale, «Il nuovo centrodestra» appartiene a Italo Bocchino e per cinque anni il copyright spetta in via esclusiva a lui; si vagliano quindi delle alternative spendibili in chiave simbolica, quattro delle quali richiamano direttamente la parola cara al Cavaliere «libertà». Sul piano operativo, invece, si è alle prese con l'impronta da dare alle legge di stabilità, soprattutto in materia di tasse sulla casa. Per fare il punto sul provvedimento all'esame di Palazzo Madama, nell'ufficio del presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzollini si sono visti alcuni big del nuovo gruppo come il relatore Antonio D'Ali, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il viceministro dell'Economia Luigi Casero, più il deputato Paolo Tancredi e il senatore Maurizio Sacconi.

Pressing di Forza Italia per rinvio voto decadenza Berlusconi
In vista del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, un intenso pressing per un rinvio viene esercitato invece da parte di coloro che sono approdati dentro Forza Italia. «Non si potrà votare il 27 novembre se prima non c'è una pronuncia sulla regolarità dei lavori della giunta delle elezioni che ha deciso quella data», avverte la senatrice Elisabetta Casellati che ha rinnovato (insieme a Ncd-Lega-Gal) la richiesta al presidente del Senato Grasso di convocare l'ufficio di presidenza su questa denuncia di irregolarità.

Cinque nomi per presidenza gruppo Fi al Senato
E intanto per la nomina a presidenza dei senatori di Forza Italia spuntano cinque nomi: si tratta di Annamaria Bernini, Lucio Malan, Francesco Nitto Palma (già presidente della commissione Giustizia), Altero Matteoli e Paolo Romani, dato per favorito dalle voci in circolazione. I senatori che hanno aderito a Fi non si sarebbero ancora riuniti, nell'attesa del ritorno a Roma di Berlusconi, probabilmente domani

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