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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2013 alle ore 10:35.
L'ultima modifica è del 23 novembre 2013 alle ore 15:50.

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John Kerry (Epa)John Kerry (Epa)

È in corso un incontro a porte chiuse a Ginevra fra il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il ministro degli Esteri dell'Ue, Catherine Ashton, riferisce l'agenzia d'informazione ufficiale Irna. Incontrando in precedenza i giornalisti, Zarif ha precisato che le parti stanno lavorando ai dettagli di un accordo in tre fasi per risolvere la crisi sul programma nucleare iraniano. Kerry è arrivato di buon mattino a Ginevra da Washington, da dove era partito a tarda sera per partecipare alla fase cruciale dei colloqui in corso da mercoledì sul controverso programma nucleare iraniano tra i rappresentanti di Teheran e il gruppo dei 5+1.

La scelta di raggiungere la città svizzera era stata fatta da Kerry dopo essersi consultato con lady Catherine Ashton, l'alta responsabile per la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea che, al tavolo negoziale con l'Iran, rappresenta in blocco i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu più la Germania. Poco dopo la vice portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, aveva spiegato che la partenza per la Svizzera era stata decisa «alla luce dei progressi compiuti» e «nella speranza che si giunga a un accordo» finale.

Il capo della diplomazia statunitense è stato preceduto a Ginevra dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, il primo ad arrivare già ieri, e dall'omologo francese Laurent Fabius. Nella precedente tornata di trattative ginevrine, dal 7 al 10 novembre scorsi, proprio la Francia aveva puntato i piedi contro il compromesso che si andava profilando.
La posizione di Parigi resta quella verosimilmente più intrasigente. «Auspico che si arrivi a un accordo, ma a un accordo solido», ha commentato non a caso Fabius non appena sceso dall'aereo. «Siamo in dirittura d'arrivo, ma i negoziati anterori ci hanno insegnato a essere prudenti», hanno sottolineato a loro volta fonti diplomatiche francesi che hanno chiesto l'anonimato. Ai tre ministri già giunti a destinazione si uniranno presto i colleghi britannico, tedesco e cinese, rispettivamente William Hague, Guido Westerwelle e Wang Yi.

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