Il mondo produttivo e la legge di stabilità
LE DUE DOMANDE AI PROTAGONISTI
1. Siamo alla vigilia della presentazione del maxi-emendamento alla legge di stabilità. Le parti sociali sono soddisfatte del rapporto con il governo?
2. Entrando nel merito, la legge di stabilità è stata presentata in parlamento in un modo e appare destinata ad uscirne in un altro. Qual è il cambiamento che ritenete più urgente per superare l'impasse, favorire la crescita e rilanciare l' economia?
a cura di Nicoletta Picchio
6. RETE IMPRESE ITALIA / Malavasi: no tax area Irap da alzare a 15-18mila euro
1. Ci lascia perplessi il fatto di non aver avuto una convocazione a Palazzo Chigi sulla legge di stabilità. Con Letta c'è stata la novità di discostarci dalle tradizionali relazioni che passano per la concertazione, il dialogo sociale, gli avvisi comuni. Non sappiamo come interpretare questa scelta: se si vuole avere una discrezionalità maggiore e se si ritiene sufficiente che le parti abbiano una relazione con le commissioni parlamentari. Dopo gli ultimi fatti politici sarebbe utile che il governo trovasse un modo e un luogo per incontrarci e stabilire le priorità. Ascoltiamo tutti i giorni dichiarazioni che ci mettono in ansia rispetto al percorso di chiusura della legge di stabilità. Il governo farebbe bene a convocare le parti sociali e che i rappresentanti di imprese e lavoratori possano avere un ruolo più attivo nella definizione delle priorità.
2. Se la legge di stabilità si muove entro i saldi che sono stati presentati, le risorse sono assolutamente insufficienti rispetto alla necessità di rilanciare l'economia, di dare una spinta alla crescita dei consumi, della competitività internazionale. Inoltre ci possono essere timori di conflitto sociale. La composizione tra tagli e investimenti è inadeguata. C'è un peso enorme del carico fiscale, centrale e territoriale. Bisogna ridurre le tasse su imprese e lavoro: per raggiungere questo risultato serve una decisione politica forte, se fosse possibile una legge, che destini automaticamente al calo della pressione fiscale per imprese e lavoratori i risparmi ottenuti con i tagli alla spesa pubblica e i risultati della lotta all'evasione. Cogliendo anche gli obiettivi europei. Quando le risorse sono poche bisogna concentrarsi su poche priorità, la riduzione delle tasse per imprese e lavoro lo è. Per quanto riguarda in particolare il nostro settore andrebbe alzata la no tax area dell'Irap, portandola a 15-18mila euro, si potrebbe fare con la copertura che deriva dall'avanzo della gestione Inail, che ammonta ad 1,5 miliardi. Occorre agire anche sul cuneo fiscale. Bisogna ridare una spinta agli investimenti delle aziende e contemporaneamente dare uno slancio ai consumi. È ciò che serve per rimettere in atto un circolo virtuoso e reagire alla crisi.
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