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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2013 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 10:48.

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Enrico Letta (Imagoeconomica)Enrico Letta (Imagoeconomica)

«Il Governo è pronto a inserire nella legge di stabilità la norma che vincola alla riduzione delle tasse sulle imprese e sul lavoro le risorse recuperate attraverso la spending review e il contrasto dell'evasione fiscale». La risposta del presidente del Consiglio all'appello unitario di tutte le parti sociali, dalla Confindustria alla Cgil, lanciato attraverso le pagine del Sole 24 Ore di domenica scorsa, è arrivata a stretto giro. Ed è un'adesione a quell'appello, con l'impegno a tradurlo rapidamente in un emendamento alla legge di stabilità.

Enrico Letta si dice pronto ad avviare un rapido confronto con le parti sociali per inserire nella legge di stabilità il meccanismo automatico – chiesto da Giorgio Squinzi, Susanna Camusso, Carlo Sangalli, Raffaele Bonanni, Ivan Malavasi e Luigi Angeletti – che destina alla riduzione del cuneo fiscale le risorse recuperate attraverso i tagli di spesa e il contrasto dell'evasione.
«Le proposte contenute negli interventi che le parti sociali hanno presentato domenica sul vostro giornale – spiega Letta al Sole – vanno nella giusta direzione. In particolare penso che possiamo lavorare insieme a scrivere nel modo migliore una norma che potrà essere inserita nelle prossime tappe del passaggio parlamentare della legge di stabilità».

Letta ha approfondito ieri la questione all'interno del governo e con alcuni esponenti della maggioranza. Ampia l'adesione al principio affermato dalle parti sociali, tanto tra le file del Pd quanto tra quelle del Nuovo centrodestra di Alfano (si veda anche l'articolo al lato). Da qui la decisione di accelerare. L'intenzione è di tenere «contatti rapidi» e informali con le parti sociali nelle prossime ore, «in modo da essere pronti con un emendamento alla legge di stabilità». Non al Senato, perché con il voto di fiducia programmato per oggi sarebbero oggettivamente mancati i tempi, ma almeno alla Camera dove la manovra dovrebbe approdare tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima.
I dettagli dell'emendamento sono ancora tutti da definire. E il rischio, come in altre occasioni è avvenuto, è che un principio in sé molto chiaro e netto, si trasformi nella sua attuazione in una norma "bandiera" che, non prevedendo forme di automatismo, si presti ad essere elusa. Ma il presidente del Consiglio è convinto della possibilità di «creare, con questa norma, un vincolo preciso all'utilizzo delle prossime entrate, in particolare da spending review e da lotta all'evasione fiscale», in modo da destinarle «alla riduzione ulteriore delle tasse su lavoratori e imprese».

Si tratta quindi di rafforzare quel taglio al cuneo fiscale che nella prima versione della manovra ha deluso i più per l'esiguità delle risorse rese disponibili. «Con l'obiettivo e la consapevolezza - dice Letta – che così si possa ulteriormente rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo e, nello stesso tempo, l'equità del prelievo fiscale».
Finora, per la verità, nel corso dei lavori parlamentari è mancata da parte della maggioranza la determinazione a rafforzare il gruzzolo destinato alla riduzione delle tasse su lavoro e imprese. «Sembra che le risorse – ha sottolineato domenica il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi – che il governo aveva lasciato intendere potessero essere destinate al taglio del cuneo fiscale si siano disperse in altre direzioni». Da qui l'appello di tutti i leader delle principali organizzazioni di rappresentanza del mondo della produzione e del lavoro. L'obiettivo è quello di spingere l'acceleratore, anche in chiave di aspettative, sulle possibilità di ripresa.
Anche Letta ne sembra convinto: «In questo modo possiamo far crescere la fiducia, che è l'elemento chiave in questo momento per far ripartire il paese». Ora tocca mettere la fiducia nero su bianco.

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