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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2013 alle ore 12:05.
L'ultima modifica è del 06 dicembre 2013 alle ore 12:55.

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Per Cassano va fatto un discorso diverso? Si dice che la sua possibile esclusione dal Mondiale debba essere imputata più all'impatto psicologico che il giocatore avrebbe sul gruppo che al suo indiscutibile talento.
"Quando allenavo la Fiorentina, ho lottato per fare accettare Edmundo. Perché era brasiliano e nello spogliatoio il suo arrivo poteva far nascere qualche malumore. Cosa ho fatto? Ho preso da parte Batistuta e Rui Costa e li ho pregati che il giocatore venisse accettato per le sue qualità e caratteristiche tecniche. Perché poteva farci fare il salto di qualità. E così è stato. Il problema è che poi il giochino si è rotto quando Edmundo è andato a fare il Carnevale di Rio. Io ero riuscito a mettere d'accordo tutti, il resto l'ha fatto lui".

Insomma, qualche parola ai senatori azzurri e tutto potrebbe essere accomodato?
"Che dire, se il giocatore decide di andare contromano in autostrada è un problema tutto suo. Ci sono alcuni aspetti disciplinari sui quali non si può transigere. In Germania dicono 'raus', fuori. Se sbagli, sei fuori. Lo sanno tutti. Lo sanno i giornalisti e lo sa il pubblico ed è un fatto accettato. In Germania come anche in Inghilterra, la disciplina è accettata. Noi siamo italiani e siamo fatti a modo nostro. Siamo ancora qui a discutere di Baggio dopo dieci anni e tra qualche anno magari parleremo di come sono andate le cose nel prossimo Mondiale. Ognuno ha una sua opinione. Diceva un filosofo, le opinioni sono come le palle, ciascuno ha le sue".

Cassano forse no, ma Balotelli sicuramente sì. Come si comporterebbe lei con l'attaccante del Milan?
"Credo che quello che sta usando Prandelli sia il metro giusto. Lo si capisce anche solo guardando le immagini che passano alla tv. Balotelli è benvoluto dai suoi compagni, che gli dimostrano amicizia e lo fanno sentire parte integrante del progetto. Questo è un fatto che un allenatore non può che tenere in considerazione, perché se il gruppo fa quadrato intorno al giocatore tecnicamente importante quest'ultimo può essere una briscola in più da giocare al momento opportuno. Certo, se invece il tecnico si rende conto che il giocatore in questione può creare problemi nel gruppo, be', è meglio che faccia scelte diverse. Senza badare a cosa dicono i procuratori e i mezzi di informazione. Sia chiaro, nessuno di noi si taglia le mani per fare un dispetto".

C'è qualche speranza di vederla in Brasile come commissario tecnico? E' stato contattato da qualche federazione che sarebbe felice di consegnarle la propria nazionale?
"In Brasile no, non ci sarò, ma ammetto di essere stato contattato per guidare alcune squadre nazionali. Cosa dire, se son rose fioriranno. I nomi? Non sarebbe corretto, diciamo che sono nazionali in cui bisognerebbe ricominciare un lavoro da capo. Per il momento, in ogni caso, sono soltanto imput di aggregazione. Se diventeranno qualcosa di più, lo scopriremo nei prossimi mesi".

Regalerà a Prandelli una delle sue boccette di acqua benedetta?
"Ognuno ha le sue abitudini. L'acqua benedetta per me rappresentava un segno di fede, non era certo un modo per cercare la vittoria. Sono convinto che tenga lontane le cose negative, questo sì. Prandelli non ha bisogno di questi regali, farà da sé".

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