Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2013 alle ore 14:00.
L'ultima modifica è del 10 dicembre 2013 alle ore 14:38.

My24

Nell'ultimo anno 5,5 milioni di famiglie hanno rinunciato o rimandato le cure dentarie, 4,7 milioni di famiglie hanno detto addio alle visite specialistiche e 2,9 milioni a diagnosi e analisi. L'Italia precipita nella crisi e a farne le spese è sempre più la salute degli italiani. Che, anzi, rischiano di pagare pesantemente le mancate cure di oggi con uno stato di salute più precario domani. A denunciare nuovamente quello che ormai tutti sappiamo, perché lo paghiamo sulla nostra pelle, è l'11° Rapporto Aiop (l'associazione delle cliniche private convenzionate col Sssn) "Ospedali & Salute", presentato oggi a Roma.

Le ripercussioni dei tagli lineari
Una situazione gravissima, avverte l'Aiop. Che chiede di fermare l'ospedalità "finanziaria", quella cioè fatta di flussi di risorse e di una spinta a ridurre la spesa che mettono all'angolo l'ospedalità "reale", quella costituita dai 14 milioni di pazienti che utilizzano annualmente i servizi, dai 650 mila addetti, dalle strutture diffuse sul territorio. E punta il dito contro una spending review fatta di tagli lineari e sottolinea la necessità di «mantenere l'impegno del ministro della Salute di attivare una spending review interna al sistema, per liberare risorse che nel sistema debbono essere reinvestite», come ha sottolineato il presidente dell'Associazione Gabriele Pelissero.

Il peso sui pazienti
Il Rapporto si concentra soprattutto sugli effetti che le politiche sanitarie hanno rispetto ai pazienti e alle loro famiglie, indicando tre parole chiave in questo senso: stretta, rimbalzo, erosione che si riassumono nella stretta progressiva sul fronte dei pazienti con varie ripercussioni: la lievitazione dei ticket sanitari, pagati a fronte di visite e di prestazioni specialistiche presso gli ospedali pubblici che hanno raggiunto 1,465 miliardi nel 2012, con un incremento del 22,1% rispetto al 2009; aumento dei ticket sui farmaci comprensivo dello spread tra generici e branded che nel periodo 2009-2012 sono aumentati del 63,3%, raggiungendo la cifra di 1, 406 miliardi; incremento del 51,4% in un solo anno (tra il 2011 e il 2012) del ricorso a pagamento alle prestazioni intramoenia, valutate attraverso i ricavi dichiarati da parte degli ospedali pubblici; lievitazione delle addizionali Irpef regionali che, tra il 2009 e il 2012, sono cresciute con punte (in termini di numeri Indice: 2009 =100,0) del 123,0, del 136,0, del 145,0 fino a 177,0, con un peggioramento maggiore per i cittadini residenti nelle Regioni sottoposte a Piani di rientro dai deficit.

Le rinunce alle cure
Vicino all'appesantimento dal lato della spesa sostenuta dai pazienti e dalle loro famiglie esiste poi secondo il Rapporto l'appesantimento soggettivo. Quello cioè della percezione del sovraccarico dell'assistenza che l'indagine sui care-giver ha illustrato tenendo conto del doppio onere derivante dall'assistenza prestata alla famiglia ristretta e parallelamente alla famiglia allargata, e dei comportamenti di "rimando" o di rinuncia vera e propria rispetto alle prestazioni sanitarie e socioassistenziali. In questo senso secondo il Rapporto si deve tenere conto che: il 22,6% dei care-giver intervistati ha rimandato o ha rinunciato a cure dentarie per i membri della propria famiglia ristretta o allargata (5,5 milioni di famiglie coinvolte); il 19,5% ha dovuto a sua volta rimandare o rinunciare a visite specialistiche (4,7 milioni di famiglie); l'11,7% ha dovuto rimandare o rinunciare ad effettuare analisi di laboratorio(2,9 milioni di famiglie).

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi