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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 12:24.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 20:48.

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L'esame della riforma della legge elettorale passa alla Camera. È quanto deciso nell'incontro dei presidenti della Camera, Laura Boldrini, e del Senato, Pietro Grasso, sull'intesa relativa all'esame della legge elettorale. Il colloquio è durato 50 minuti. Al Senato verrà data priorità alla riforma costituzionale sul superamento del bicameralismo.

«I presidenti dei due rami del Parlamento - si legge nella nota - hanno preso atto della sussistenza di una maggioranza numerica di senatori e deputati (alla Camera anche il gruppo Fratelli d'Italia) favorevoli al superamento del principio della priorità temporale, in forza del quale l'iter sarebbe dovuto proseguire al Senato. Su tale presupposto i presidenti Grasso e Boldrini, nel definire l'intesa sul passaggio della materia elettorale alla Camera, hanno allo stesso tempo convenuto sull'esigenza, anche ai fini di un'equilibrata condivisione dell'impegno riformatore, che il Senato abbia la priorità nell'esame dei progetti di legge di riforma costituzionale già presentati e preannunciati, in particolare quelli concernenti il superamento del bicameralismo paritario e per l'avvio di un più moderno ed efficiente bicameralismo differenziato».

«Tale percorso - prosegue la nota - richiede evidentemente una conseguente e chiara assunzione di responsabilità da parte dei gruppi politici di entrambi i rami del Parlamento. I presidenti delle Camere si sono infine impegnati a vigilare affinché le due Commissioni affari costituzionali procedano parallelamente con costante e reciproca attenzione sui rispettivi lavori, al fine di assicurare un più spedito e proficuo svolgimento dell'iter delle riforme che interesserà il prosieguo della legislatura».

Una maggioranza diversa in commissione al Senato
Oggi la I commissione affari costituzionali del Senato aveva dato parere favorevole allo spostamento. A favore una maggioranza diversa da quella di governo, formata da Pd, M5S e Sel. Contro si erano espressi tutti gli altri gruppi (Ncd, FI, Sc, PI, Lega, Gal). Serviva dunque un accordo tra i due presidenti.

Franceschini: «Sulle regole si parte ovviamente da intesa nella maggioranza»
«In assenza di un accordo tra le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, i Presidenti delle Camere hanno compiuto una scelta equilibrata che rispetta il ruolo di Senato e Camera e consente di chiudere una discussione sul metodo per avviare finalmente un lavoro sul merito, con un percorso contestuale su legge elettorale in partenza alla Camera e superamento del bicameralismo in partenza invece al Senato», ha commentato il ministro Pd per i Rapporti con il Parlamento e per il coordinamento dell'attività di Governo, Dario Franceschini

«Vorrei si ricordasse - ha aggunto Franceschini - che le legittime opinioni diverse tra gruppi della maggioranza sull'iter dei provvedimenti, non c'entra nulla col principio ribadito dal Presidente del Consiglio e dai leaders dei partiti che sostengono il governo, a cominciare dal neosegretario del Pd Matteo Renzi, che sulle regole si parte ovviamente da un'intesa dei partiti di maggioranza, per poi doverosamente cercare un accordo più largo in Parlamento».

Quagliariello: «L'"ovviamente" chiude ogni polemica»
«L'ovviamente di Dario Franceschini chiude ogni polemica. Ora accordo a partire dalla maggioranza e avanti tutta su riforme e legge elettorale!», ha scritto subito dopo su Twitter il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, commentando le parole del ministro del Pd. «A questo punto - ha commentato ancora Quagliariello - è ovvio per tutti». Poco prima lo stesso Quagliariello aveva detto no a nuove maggioranze sulla legge elettorale: «La riforma elettorale si può fare solo se diventa parte di un accordo di governo». E aveva spiegato: «Il vero nodo è che se un governo c'è e ha una sua maggioranza, allora è la maggioranza che si deve mettere d'accordo sulla legge elettorale. Entro 15 giorni».

Carfagna: «Pronti a un confronto franco e decisivo con Renzi»
«La legge elettorale è passata alla Camera. Il peso specifico dei cespugli del Pd al Senato è quindi pari a zero. Adesso siamo pronti a un confronto franco e decisivo con Matteo Renzi», ha scritto, su Twitter, la portavoce del gruppo Forza Italia alla Camera dei deputati Mara Carfagna.

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