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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2013 alle ore 09:24.
L'ultima modifica è del 14 dicembre 2013 alle ore 10:22.

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Enrico Letta (Lapresse)Enrico Letta (Lapresse)

L'annuncio è arrivato in mattinata via Twitter dal premier in persona: il governo approverà oggi l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. «Avevo promesso ad aprile abolizione finanziamento pubblico partiti entro l'anno. L'ho confermato mercoledì. Ora in Cdm manteniamo la promessa», ha affermato Letta. Il consiglio dei ministri, oltre al pacchetto sviluppo e alle misure per il contenimento delle tariffe elettriche, gas ed RC-auto, ha varato dunque anche un decreto ad hoc per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.

Letta: facciamo sul serio
«Abbiamo fatto oggi una scelta definitiva, sono i cittadini che decidono se dare il contributo ai partiti oppure no» ha detto ieri sera Enrico Letta al Tg2. E l'abolizione del finanziamento è «il segno che stiamo facendo sul serio», ha rimarcato il presidente del Consiglio.

Letta: priorità era chiudere entro l'anno
Letta in mattinata aveva chiarito in conferenza stampa che «il testo del decreto legge è quello del ddl approvato dalla Camera» lo scorso 16 ottobre. E avava spiegato: «Quando il governo è nato tra le priorità aveva l'abolizione del finanziamento con una riforma e un nuovo sistema basato sulla volontarietà dei cittadini e indicammo entro fine anno il termine, perché la riforma ha una fase transitoria e scavallando l'anno ci sarebbe stato un rinvio».

Potere ai cittadini, l'inoptato resta allo Stato
Inoltre, aveva aggiunto Letta «assegniamo tutto il potere ai cittadini». Chi vuole «può dare un contributo a un partito. Lo può fare attraverso il 2 per mille o con contribuzione volontaria». Il sistema «non frega il cittadino» perché «l'inoptato rimare allo Stato». Ossia se il cittadino non opta esplicitamete, il contributo del 2 per mille rimane allo stato.

Obbligo di certificazione esterna
Nella nuova disciplina sul finanziamento dei partiti è previsto anche «l'obbligo della certificazione esterna dei bilanci dei partiti politici», ha annunciato Letta, spiegando che «questo meccanismo molto stringente renderà impossibile si torni agli scandali degli anni scorsi».

Grillo a Letta: basta balle d'acciaio
Non si è fatto attendere il caustico commento di Beppe Grillo con un post sul suo blog dal titolo: "Letta, fatti non pugnette": «Per rinunciare ai finanziamenti pubblici è sufficiente non prenderli come ha fatto il M5S che ha rinunciato a 42 milioni di euro. Il decreto legge di Letta è l'ennesima presa per il culo. L'ennesimo tweet». «Il pdexmenoelle - prosegue Grillo nel suo commento - ha incassato a luglio la rata di 91 milioni di finanziamenti pubblici insieme agli altri partiti. Li restituisca!». «Il pdexmenoelle deve incassare la quota restante dei circa 45 milioni di questa legislatura. Ci rinunci! Il pdexmenoelle ha incassato, nonostante un referendum contrario, circa un miliardo di euro da rimborsi definiti illegittimi dalla Corte dei Conti. Venda i suoi immobili per ridarli ai cittadini. Basta con le balle d'acciaio», conclude l'ex comico genovese.

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