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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2013 alle ore 08:46.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:09.

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Il nuovo corso della regolazione idrica ha prodotto per ora aumenti medi delle tariffe dell'acqua del 2,7% nel 2013, più o meno in linea con la vecchia tariffa, probabilmente con una leggera limatura media verso il basso. A fornire per la prima volta i dati delle tariffe 2013, approvate negli ultimi due mesi, è stato, nel corso della seconda Conferenza nazionale sulla regolazione dei servizi idrici, Guido Bortoni, presidente dell'Autorità dell'energia elettrica e del gas, che da due anni ha assunto la competenza sulla regolazione idrica (e finalmente dovrebbe aggiungere entro breve i servizi idrici nel nome).

I dati forniti da Bortoni riguardano circa un terzo degli italiani, poco oltre i 20 milioni, e sono relativi a 486 gestione idriche. Il dettaglio rivela che per 194 gestioni (588.379 abitanti) le tariffe sono state ridotte mediamente del 10 per cento, per 251 gestioni (1.062.989 abitanti) sono rimaste invariate, per 30 gestioni (16.377.394 abitanti) che seguono il metodo nazionale (ex metodo normalizzato) sono aumentate in media del 4,1%, per 11 gestioni ex Cipe (1.498.415 abitanti) sono aumentate del 2%.

Come ha ricordato il presidente dell'Aeeg, il metodo tariffario transitorio adottato per il biennio 2012-2013 dall'Autorità è nella sostanza una «manutenzione della vecchia tariffa», limitandosi a correggere la vecchia impostazione con un moltiplicatore essenzialmente in due punti: l'eliminazione della componente della remunerazione del capitale, abrogata dal referendum del 2011, e un maggiore efficientamento dei costi operativi considerati nella disponibilità dei gestori. Sul primo punto, per altro, Forum dell'acqua e associazioni dei consumatori sostengono che l'eliminazione della remunerazione del capitale nella formula della tariffa transitoria sia solo formale e hanno presentato ricorso al Tar Lombardia che si dovrebbe pronunciare a marzo.

Bortoni ha spiegato agli operatori del settore radunati a Milano il senso delle ultime decisioni in materia tariffaria assunte dall'Autorità e di quelle che ancora arriveranno prima della fine dell'anno: dal 1° gennaio 2014 un nuovo metodo tariffario completerà il percorso fatto finora con il metodo transitorio e apporterà alcune correzioni finalizzate a tener conto dei costi ambientali e a differenziare la tariffa sul territorio «in ragione delle condizioni di partenza e degli obiettivi programmati, attraverso la definizione di appositi schemi regolatori». Il nuovo metodo tariffario è stato accolto positivamente da enti di ambito e gestori, anche se non sono mancati rilievi su punti specifici. «Bene il superamento del metodo transitorio - ha detto la presidente di Anea, Marisa Abbondanzieri - ma il tentativo è ancora troppo timido, perché le banche non finanziano sulla base di soluzioni provvisorie e noi non possiamo aspettare altri due anni per ripartire».

L'obiettivo principale dell'Autorità resta quello di favorire gestioni efficienti e gli investimenti necessari per affrontare le emergenze (come quella della depurazione) e recuperare standard qualitativa ancora lontani dalle medie europee. Bortoni ha poi confermato una prima stima dell'Autorità degli investimenti urgentissimi che ammontano a 25 miliardi in cinque anni. La novità forse più importante della tariffa firmata dall'Aeeg è il riconoscimento ex post in tariffa degli investimenti fatti. E il dato più eclatante sulle distorsioni del vecchio regime è proprio quel grado di realizzazione degli investimenti programmati fermo al 55 per cento.

Bortoni ha anche annunciato altre iniziative imminenti. L'Autorità sta progettando un bonus idrico finalizzato alla riduzione dei costi per le fasce sociali deboli e intende intervenire pesantemente nella lotta alla morosità che nel settore è stimata al 4,5% (rispetto all'1,8% del settore elettrico). Così come si stanno studiando nuovi strumenti finanziari che aiutino i gestori a fare gli investimenti senza gravare esclusivamente sulla tariffa. L'esempio è quello degli hydrobond, obbligazioni agevolate sul piano fiscale (ma serve una legge) che dovrebbero essere sottoscritte anzitutto da investitori istituzionali come la Cassa depositi e prestiti.

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