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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2013 alle ore 13:15.
L'ultima modifica è del 01 gennaio 2014 alle ore 13:19.

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Ore 20,46. Le riforme restano una priorità
«Anche se molto è cambiato negli ultimi mesi nel campo politico e le procedure da seguire per le riforme costituzionali sono rimaste quelle originarie, queste riforme restano una priorità», sottolinea Napolitano .«Una priorità indicata dal Parlamento già dai miei predecessori e riconosciuta via via da un arco di forze politiche rappresentare in Parlamento ben più ampio di quelle che sostengono l'attuale governo - continua il capo dello Stato -. E mi riferisco a riforme che soprattutto sono i cittadini stessi a sollecitare». Napolitano ricorda poi che alle forze parlamentari «tocca in pari tempo da soluzione, sulla base di un'intesa che anch'io auspico possa essere la più larga, al problema della riforma elettorale, divenuta più urgente e indispensabile dopo la sentenza della Consulta».

Ore 20,45. Napolitano: non si dimentichi disastro Terra dei Fuochi
Nel discorso di fine anno Giorgio Napolitano avverte: «Non si dimentichi - nel fuoco di troppe polemiche sommarie - che l'Europa unita ha significato un sempre più ampio riconoscimento di valori e di diritti che determinano la qualità civile delle nostre società. Valori come quelli, nella pratica spesso calpestati, della tutela dell'ambiente - basti citare il disastro della Terra dei fuochi - del territorio, del paesaggio».

Ore 20,44. Abnorme ricorso a decreti urgenza e fiducia
Secondo il presidente, si deve porre «termine a un abnorme ricorso, in atto da non pochi anni, alla decretazione d'urgenza e a votazioni di fiducia su maxiemendamenti, garantendo ciò con modifiche costituzionali e regolamentari, confronti lineari e tempi certi in Parlamento per l'approvazione di leggi di attuazione del programma di governo».

Ore 20,41. Serve continuità di governo
«Servono lungimiranti e continuative scelte di governo con cui devono misurarsi le forze politiche e le assemblee parlamentari, prima di tutto il Parlamento, oggi più che mai bisognoso di nuove regole per riguadagnare il suo ruolo centrale». Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ribadisce la necessità di stabilità istituzionale e di rinnovamento delle procedure parlamentari come già aveva fatto qualche giorno fa in una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato.

Ore 20,38. Il coraggio delle imprese contro la crisi
Nella partita per agganciare la ripresa le imprese hanno un ruolo di primo piano. Quell'industria italiana che ha saputo reagire «con il coraggio dell'innovazione», ricorda Napolitano, che «ha così guadagnato competititvità nelle esportazioni, ed esibito eccellenze tecnologiche, come dimostrano i non pochi primati della nostra manifattura nelle classifiche mondiali».

Ore 20,37. Napolitano: sacrifici insieme, tocca anche a politici
I sacrifici vanno fatti insieme ed è giusto che li facciano anche i politici. Lo sottolinea il presidente rispondendo a una lettera di un imprenditore che chiedeva che non fossero solo i «semplici cittadini» a tirare la cinghia.«Mi sembra un proposito giusto», osserva Napolitano.

Ore 20,35. Le storie della crisi nel discorso del presidente
Il presidente legge le lettere che ha ricevuto dai cittadini. Storie di persone colpite dalla crisi. C'è Vincenzo che scrive da un piccolo centro industriale delle Marche: ha difficoltà a ritrovare un lavoro. E ancora Daniela, della provincia di Como che racconta il caso del suo fidanzato «giovane per la pensione, già vecchio per lavorare». Un altro cittadino denuncia la condizione degli esodati.

Ore 20,30. Uscita definitiva crisi con azione comune
Il presidente avverte: si potrà uscire definitivamente dalla crisi «se si porterà fino in fondo una azione comune per il rilancio della crescita economica».

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