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Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2014 alle ore 10:10.
L'ultima modifica è del 02 gennaio 2014 alle ore 16:28.

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Matteo Renzi (Ansa)Matteo Renzi (Ansa)

Con il nuovo anno Matteo Renzi preme sulle riforme e presenta le sue proposte sul nuovo sistema di voto. Subito la riforma della legge elettorale, tagli ai partiti e job act, scrive il segretario del Pd nella sua E-News. «Il mandato delle primarie dell'8 dicembre - avverte - è fortissimo e non accetta compromessi: subito una legge elettorale seria, riforma della politica con tagli per un miliardo di euro, provvedimenti immediati sul lavoro perché torni un briciolo di speranza nel futuro dell'Italia. Bene, allora tiriamo giù le carte».

L'agenda del segretario
Renzi ha convocato la prima segreteria 2014 del partito a Firenze il 4 gennaio. Incontrerà poi i senatori del Pd il 14 gennaio; il 16 è convocata la direzione del partito. Ed eccole le carte che Renzi punta a mettere sul tavolo. A tutte le forze politiche che siedono in parlamento, in una lettera inviata ai segretari dei partiti, Renzi chiede «un accordo serio, istituzionale, su tre punti»: legge elettorale, riforma del bicameralismo e una riforma del titolo V.

La lettera ai partiti con le proposte di riforma della legge elettorale
In primo piano le nuove regole per il voto, dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta. Il Pd "rinuncia" a formulare una propria proposta. Renzi scrive ai leader dei partiti e propone tre modelli elettorali «pronto a recepire suggerimenti, stimoli, critiche su ciascuna di queste tre proposte», a condizione che ci sia «certezza dei tempi e trasparenza nel percorso: la politica non può più fare passi falsi».

Togliamo alibi a tutti, testo in Aula in aula prima settimana febbraio
Il segretario parla poi ai microfoni di Skytg24: «Noi oggi togliamo gli alibi a tutti, inserendo 3 modelli di legge elettorale che nel passato tutte le forze dell'arco costituzionale hanno dichiarato accettabili». Il termine ultimo, aggiunge, «è quello della commissione affari costituzionali della Camera. Si può chiudere in qualche settimana, un mese, se c'è la volontà politica. E la prima di febbraio andare in aula».

I tre modelli
Ecco i tre modelli proposti da Renzi in vista degli incontri bicamerali della prossima settimana. Primo: riforma sul modello della legge elettorale spagnola. Prevede una divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%. Seconda proposta: riforma sul modello della legge Mattarella rivisitata: 475 collegi uninominali e assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l'attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi. Terza e ultima ipotesi: riforma sul modello del doppio turno di coalizione dei sindaci. Chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%.

Renzi chiede modifica Bossi-Fini e unioni civili in patto coalizione
Secondo Renzi, i temi dei diritti civili e, in particolare, la riforma della legge sull'immigrazione Bossi-Fini e l'introduzione di una legge sulle unioni civili, saranno compresi all'interno del patto di coalizione. «All'interno del patto di coalizione che si dovrebbe siglare a gennaio, tra le forze che sostengono la maggioranza - scrive il segretario -, sarà cura del Pd chiedere che ci sia un capitolo Diritti Civili che comprenda non solo le modifiche alla Bossi Fini o le unioni civili per persone dello stesso sesso o la legge sulla cooperazione internazionale o i provvedimenti per le famiglie, ma anche una disciplina più moderna ed efficace delle adozioni. Pensandoci bene, questi non sono Diritti Civili, ma Doveri Civili: un Paese che non si occupa in modo serio di questi argomenti come fa a definirsi civile?».

La sfida a Grillo
Il sindaco di Firenze lancia messaggi a Grillo e Letta. Al primo suggerisce un'alleanza tra Pd e Movimento Cinque Stelle su singoli provvedimenti, a cominciare da una drastica riforma del Senato. In attesa del patto di programma con le forze della maggioranza, al premier Letta chiede invece di far partire le riforme istituzionali e il Job Act che attira investimenti, tanto - sottolinea - il vincolo del deficit al 3% del Pil si può sfondare. Il sindaco di Firenze, in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, interviene sul caso Telecom e commenta la richiesta del senatore del Pd Mucchetti per cambiare la legge sull'Opa: non si cambiano le regole in corsa, sottolinea. E su un dialogo con la Fiom chiarisce: «Su alcune cose potrebbe esserci condivisione: dalla legge sulla rappresentanza alla presenza di persone elette dai lavoratori nei consigli di amministrazione».

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