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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2014 alle ore 12:56.
L'ultima modifica è del 08 gennaio 2014 alle ore 22:02.

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Entro otto mesi un codice del lavoro che semplifichi le regole. Il segretario del Pd ha diffuso una prima bozza del suo piano per il lavoro. Il Jobs Act - si legge nella enews di Renzi - «conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro» per ciascuno di questi sette settori: cultura, turismo, agricoltura e cibo; Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers); Ict; Green Economy; Nuovo Welfare; Edilizia; Manifattura. Per quanto riguarda la tassazione sul lavoro, il segretario dà la linea: «Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe».

Entro 8 mesi nuovo codice lavoro per semplificare le norme
Per quanto riguarda le regole, Renzi propone una semplificazione delle norme, con la presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero. Secondo: riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, «che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile». E poi c'è la proposta più dibattuta: «Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti».

Punto terzo: « Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l'obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro. Punto quarto: «Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell'erogazione deve essere l'effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance».

Quinta proposta: «Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l'impiego, la formazione e l'erogazione degli ammortizzatori sociali». Infine, il sesto punto: «Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei Cda delle grandi aziende».

In questa settimana accoglieremo gli stimoli e le riflessioni
Quella che Renzi illustra nella eNews è dunque una bozza: «Su questi spunti, nei prossimi giorni, ci apriremo alla discussione. Con tutti. Ma con l'idea di fare - scrive il segretario del Pd -. Certo ci saranno polemiche, resistenze. Ma pensiamo che un provvedimento del genere arricchito dalle singole azioni concrete e dalla certezza dei tempi della pubblica amministrazione possa dare una spinta agli investitori stranieri. E anche agli italiani. Oggi stimiamo in circa 3.800 miliardi di euro la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Insomma, ancora qualcuno ha disponibilità di denari. Ma non investe perché ha paura, perché è bloccato, perché non ha certezze. Noi vogliamo dire che l'Italia può ripartire se abbandoniamo la rendita e scommettiamo sul lavoro. In questa settimana accoglieremo gli stimoli e le riflessioni di addetti ai lavori e cittadini. Poi - conclude Renzi - redigeremo il vero e proprio Jobs Act.


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